E adesso teniamo a mente tutto quello che abbiamo imparato e addentriamoci nel suggestivo mondo delle feste e delle celebrazioni!
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E adesso teniamo a mente tutto quello che abbiamo imparato e addentriamoci nel suggestivo mondo delle feste e delle celebrazioni!
Cominciamo con la festività più ricorrente nell’universo ebraico: lo shabbat, cioè il sabato.
Questo è il giorno sacro dedicato alla preghiera e al Signore. Dura dal tramonto del venerdì alla sera del sabato e ricorda il riposo di Dio dopo la creazione.
Sapete che gli ebrei celebrano l’inizio e la fine del loro giorno sacro? Ricordate in che modo? Preparano una cena molto particolare il venerdì sera, illuminata da una lampada che viene accesa dalla mamma, e poi benedicono il vino.
Gli ebrei ricordano ancora la liberazione dall’Egitto festeggiando la Pesach, cioè la Pasqua. Avete presente questo episodio? È il momento in cui Mosè salvò il suo popolo dal faraone, portandolo dall’Egitto alla Palestina.
Il termine Pesach significa appunto «passaggio»!
La Pasqua ebraica si festeggia a fine marzo o inizio aprile e dura 8 giorni.
Durante essa si preparano e si mangiano l’agnello e il pane senza lievito, così come fecero circa 4000 anni fa gli schiavi liberati da Mosè.
Facciamo attenzione e pensiamo alla Pasqua cristiana!
Avete presente quel giorno in cui scartiamo dalle loro confezioni colorate tante uova di cioccolato? Beh… anche se hanno lo stesso nome, la Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana hanno due significati diversi! Come vedremo tra poco, infatti, con questa festa i cristiani celebrano la resurrezione di Gesù che ha liberato l’uomo dalla schiavitù del peccato.
Il capodanno ebraico si chiama Rosh Hashanah.
Non è come il capodanno a cui pensiamo abitualmente! Non si celebra infatti tra dicembre e gennaio, ma cade in settembre o ottobre.
Durante questa festa si suona un corno d’ariete detto shofar, simbolo del risveglio del popolo ebraico.
Dieci giorni dopo il capodanno ricorre una festa importantissima per gli ebrei: è lo Yom Kippur, cioè il giorno della purificazione dai peccati.
Tutti i credenti si tengono lontani dai divertimenti, non mangiano per un intero giorno, non lavorano e pregano per chiedere perdono a Dio.
Sveliamo una curiosità! Quando il Tempio di Gerusalemme non era stato ancora distrutto, il sacerdote posava le sue mani su un caprone e così trasferiva su di lui tutte le colpe del popolo ebraico. Poi lo lasciava morire nel deserto. Da questa abitudine è nata l’espressione «capro espiatorio»! Avete mai sentito qualcuno pronunciarla?
Più allegra dello Yom Kippur è certamente l’Hannukkah, in cui si ricorda la vittoria degli ebrei sui greci avvenuta migliaia di anni fa.
La festa dura otto giorni e in ognuno di essi si accende una candela di un candelabro molto particolare: pensate che possiede nove lumi!
L’Hannukkah è proprio una festa! Tutti si scambiano doni e i bambini ricevono i dreidel.
Volete sapere che cosa sono? Sono delle trottole speciali che hanno un significato simbolico.