Le risorse energetiche si distinguono in rinnovabili e non rinnovabili.
Le risorse energetiche si distinguono in rinnovabili e non rinnovabili. Tra le risorse rinnovabili, peraltro, possiamo fare un’ulteriore distinzione: abbiamo infatti risorse rinnovabili permanenti, come l’energia solare, quella generata dai mari o quella eolica (che, sebbene con fatica, cominciano a essere sfruttate anche nel nostro paese), e risorse rinnovabili non permanenti, come può essere una foresta, ma anche un ambiente in cui si praticano la caccia o la pesca. L’esempio di una foresta è in un certo senso significativo di una risorsa naturale che può essere sfruttata dall’uomo ma con moderazione e intelligenza, altrimenti i vantaggi che possono ottenersi risulterebbero indubbiamente inferiori ai danni.
Un tipico esempio di fonte energetica non rinnovabile, un esempio molto attuale poiché riguarda la nostra vita di tutti i giorni, è costituito dal petrolio, un combustibile fossile che – al pari di altri quali il gas naturale o il carbone – impiega milioni di anni per formarsi e il cui sfruttamento selvaggio nell’ultimo secolo rischia concretamente di consumarne le riserve planetarie entro il 2050.
La nuova frontiera delle fonti energetiche rinnovabili si chiama Nfer (Nuove fonti di energia rinnovabile). Rispetto a nazioni all’avanguardia come gli Stati Uniti e il Giappone o, per restare al nostro continente, come la Germania e la Spagna, paesi che hanno assegnato da almeno un decennio una grande importanza alle Nfer, l’Italia è decisamente indietro nella ricerca relativa alle fonti energetiche rinnovabili, nonostante negli ultimi tempi abbia investito molto nell’energia eolica.
Ed è un vero peccato, soprattutto se si considera che il nostro paese fino agli anni Sessanta dello scorso secolo era tra i principali produttori di energia rinnovabile grazie alle centrali idroelettriche dislocate sulle Alpi e in parte sugli Appennini.