Scopri, impara e cresci

Leçon 111

A la claire fontaine

A la claire fontaine

Il est entré dans un magasin de la rue saint-andré-des-arts… (È entrato in un negozio di Rue Saint-André-des-Arts…)
Vous en êtes sûre? cela me semble très improbable… (Ne è sicura? Mi sembra molto improbabile…)
Mais qu’y faisait-il? que voulait-il? (Ma che ci faceva? Che voleva?)

 

Notes
È bene fare un riepilogo delle ultime 10 lezioni. Rileggete le note, ascoltate di nuovo i dialoghi, fate tutti gli esercizi, assicuratevi di aver imparato bene i vocaboli essenziali; ma se non avete tenuto a mente tutto, non preoccupatevi; vi verranno riproposti nelle lezioni che seguiranno. Non dimenticate di usare i nuovi vocaboli con le costruzioni grammaticali già studiate e di fare pratica sulle nuove costruzioni con l’aiuto delle parole ormai ben acquisite.

Questa lezione sarà differente dalle altre: dovrete cercare di comprendere le parole di canzoni molto conosciute. Prima di tutto, al posto del dialogo, ascolterete per intero due canzoni popolari. Ciascuno degli esercizi registrati vi darà qualche strofa di altre canzoni per bambini o popolari. Dovrete annotarne le parole.

Decifrare una canzone pone certamente qualche problema, perché per ragioni di legamento musicale, le -e mute possono essere pronunciate, mentre alcune sillabe rischiano di subire un’elisione,

Mon p’tit frèrE t’auras du lolo = mon pEtit frèr(e), tu auras du (lolo) lait. (Mio piccolo fratello tu avrai del latte.)

Nelle canzoni popolari, inoltre, si potranno ascoltare degli arcaismi sia di vocabolario che di sintassi:

La casquette AU père Bugeaud = DU père Bugeaud. (Il berretto del vecchio Bugeaud.)

È possibile che ci siano delle parole formate per necessità di rima o di eufonia: giroflé, girofla (violacciocca). Si sentiranno dei legamenti anche quando non sono richiesti o delle analogie divertenti: le roi Dagobert est mal «culotté» (il re Dagobert ha messo male i calzoni), al posto di: il a mal mis sa culotte, per analogia con mal habillémal vêtu, (mal vestito), mal lavé (mal lavato).

Osserviamo rapidamente alcuni punti di grammatica:

m’en allant promener (andando a passeggiare): in francese antico il pronome riflessivo aveva nella frase un posto diverso da quello che ha oggi:

m’en allant promener = en allant me promener

je la veux rencontrer = je veux la rencontrer (la voglio incontrare);

ô serve all’invocazione, e non deve essere confuso con l’interiezione oh!

Ô mon Roi! Oh! Quelle surprise! (O mio re! Oh! Quale sorpresa!);

– incontreremo molto presto il passato remoto (passé défini o simple), tempo semplice del passato che non viene più usato nella lingua parlata, ma solo nella lingua letteraria e nella prosa ricercata: je rencontrai (incontrai); oggi diremmo: j’ai rencontré (ho incontrato).

Sul passato remoto dell’indicativo si forma l’imperfetto congiuntivo, sostituito adesso nella lingua parlata dal presente congiuntivo, poiché non si usa più seguire la corrispondenza dei tempi al congiuntivo:

Je voudrais que la rose fût encore au rosier = je voudrais que la rose soit encore sur le rosier. (Vorrei che la rosa fosse ancora sul rosaio.)

 

Andiamo ad ascoltare l’audio della Chansons

{mp3}lezioni_francese/terza_media/lecon_111/111_02_dialogue{/mp3}

Chansons:

A la claire fontaine
Voici donc cette chanson populaire très célèbre que vous pouvez apprendre tout en l’écoutant, et qui remplace le dialogue du jour.
(Ecco questa canzone popolare molto celebre che potrete apprendere ascoltandola e che sostituisce il dialogo di questa lezione)

A la claire fontaine
M’en allant promener
J’ai trouvé l’eau si belle
Que je m’y suis baignè
Il y a longtemps que je t’aime
Jamais je ne t’oublierai.

Sous les feuilles d’un chêne
Je me suis fait sécher,
Sur la plus haute branche,
Le rossignol chantait.
Il y a longtemps que je t’aime
Jamais je ne t’oublierai.

Chante, rossignol, chante,
Toi, qui as le coeur gai,
Tu as le coeur à rire…
Moi, je l’ai à pleurer…
Il y a longtemps que je t’aime
Jamais je ne t’oublierai.

J’ai perdu mon amie,
Sans l’avoir mérité,
Pour un bouquet de roses
Que je lui refusai…
Il y a longtemps que je t’aime
Jamais je ne t’oublierai.

Je voudrais que la rose
Fût encore à planter
Et que ma douce amie,
Fût encore à m’aimer.
Il y a longtemps que je t’aime
Jamais je ne t’oublierai.

 

Auprès de ma blonde
Et maintenant écoutez une autre très belle chanson populaire dont vous avez eu un court extrait à la fin de la leçon 84.
(E adesso ascoltate un’altra canzone popolare molto bella di cui avete avuto un breve brano alla fine della lezione 84)

Dans le jardin d’mon père
Les lauriers sont fleuris
Dans le jardin d’mon père
Les lauriers sont fleuris,
Tous les oiseaux du monde
Y’vien’t s’y rafraîchir
Auprès de ma blonde
Qu’il fait bon, fait bon, fait bon,
Auprès de ma blonde
Qu’il fait bon dormir.

Tous les oiseaux du monde
Y vienn’t s’y rafraîchir,
La caill’ la tourterelle
Et la joli’ perdrix.
Auprès de ma blonde…

La caill’, la tourterelle
Et la joli’ perdrix
Et ma joli’ colombe
Qui chante jour et nuit.
Auprès de ma blonde…

Et ma joli’ colombe
Qui chante jour et nuit,
Qui chante pour les filles
Qui n’ont pas de mari.
Auprès de ma blonde…
Qui chante pour les filles
Qui n’ont pas de mari.
Ne chante pas pour elle
Elle en a un joli.
Auprès de ma blonde…

Ne chante pas pour elle
Elle en a un joli.
Il est dans la Hollande,
Les Hollandais l’ont pris!
Auprès de ma blonde… 

Il est dans la Hollande,
Les Hollandais l’ont pris!
«Que donn’rez vous, la belle,
A qui vous l’ira qu’rir?»
Auprès de ma blonde…

«Que donn’rez vous, la belle,
A qui vous l’ira qu’rir?»
Je donnerai Touraine,
Paris et Saint-Denis.
Auprès de ma blonde…

Je donnerai Touraine,
Paris et Saint-Denis,
La tour de Babylone,
Le clocher d’mon pays.
Auprès de ma blonde…

La tour de Babylone,
Le clocher d’mon pays,
Et ma joli’ colombe
Qui chante jour et nuit.
Auprès de ma blonde…

 

Mots et expressions
L’elenco di parole e frasi comprende, questa volta, anche vocaboli usati negli Exercices enregistrés e libres.

 

l’aubier, m.               l’alburno

le bouquet[1]              il mazzo (di fiori)

la branche[2]              il ramo

la casquette[3]           il berretto con visiera

le chameau              il cammello

le chevron               il puntone (del tetto), la capriata

le couplet                 la strofa

la culotte                  i calzoni

le drapier                  il negoziante di tessuti

l’encrier, m.              il calamaio

l’hirondelle, f.          la rondine

loger                          abitare

la majesté                la maestà

le marbrier               il marmista

mériter[4]                     meritare

oublier                      dimenticare

la paume                  il palmo della mano

planter                      piantare

le poil                        il pelo

la poutre[5]                 la trave

le refrain                   il ritornello

renier                        rinnegare

le rossignol             l’usignuolo

le sablier                  la clessidra

le tablier                   il grembiule

tu as le coeur gai   hai il cuore allegro

tu as le coeur à rire    hai voglia di ridere

j’ai le coeur à pleurer   ho voglia di piangere

il est bon enfant     è un buon diavolo

Votre Majesté          Vostra Maestà

mettre à l’endroit/à l’envers mettere al diritto/al rovescio

 

[1] Le bouquet du feu d’artifice (la girandola finale dei fuochi d’artificio), l’ultimo numero, il più bello e spettacolare. Da qui l’espressione: ça, c’est le bouquet! (questo è il fior fiore!) o, ironicamente, (è il colmo!).

[2] La branche (il ramo), le tronc (il tronco), la tige d’une plante (lo stelo, il fusto di una pianta), une brindille de bois (un ramoscello di legno). Un baton (un bastone).

[3] I differenti tipi di copricapo sono: le béret (il berretto) (in realtà i francesi che portano le béret sono meno numerosi di quelli che si vedono nei film stranieri); le béret basque (il basco), la casquette (il berretto con visiera), le képi (il chepì) (cappello militare tondo e rigido con visiera in cuoio); un chapeau de feutre (un cappello di feltro), un chapeau melon (una bombetta), un chapeau haut-de-forme (un cappello a cilindro).

[4] Mériter: il a du mérite (ha dei meriti), il est méritant (è meritevole), un effort méritoire (uno sforzo meritorio).

[5] Nel plafond (soffitto) di una stanza les poutres possono essere a vista. Les solives (i travicelli) poggiano sulle poutres; fra les solives ci sono des cassons (dei cassettoni) come ad esempio nei castelli settecenteschi. Intorno al soffitto può esserci une corniche (una cornice) mentre intorno al pavimento, si può trovare une plinthe (uno zoccolo). La ferme du toit (la capriata del tetto) è composta da poutres e chevrons, sui quali sono inchiodati listelli di legno. La toiture (copertura) può essere di tuiles (tegole), ardoise (ardesia, ormai rara perché molto costosa), zinc (zinco; a Parigi ci sono molte case con il tetto in questo materiale). Une chaumière (una capanna) è ricoperta da un chaume (tetto di paglia); le faîte du toit (il colmo del tetto); le chéneau (grondaia) raccoglie l’acqua e la incanala nella gouttière (i tubi) che la porta nel tout-à-l’égout (sistema di fognature) o nel canaletto di scolo della strada.