Pittore, scultore, architetto e scienziato italiano (Vinci, Firenze 1452 – Amboise 1519).
Pittore, scultore, architetto e scienziato italiano (Vinci, Firenze 1452 – Amboise 1519).
Figlio del notaio fiorentino Piero da Vinci, Leonardo entrò quindicenne nella bottega fiorentina di Andrea Verrocchio, del quale il Vasari lo dice scolaro; qui rimase fino al 1476, dimostrandosi contemporaneamente interessato allo studio dell’anatomia e frequentando anche la scuola di Antonio Pollaiolo. A questo periodo risale la sua prima attività pittorica: due versioni dell’Annunciazione (al Louvre di Parigi e agli Uffizi di Firenze), l’inserto dell’angelo e del paesaggio nella parte sinistra del Battesimo del Verrocchio (Firenze, Uffizi), la Madonna del garofano (Monaco, Alte Pinakothek). In tali opere Leonardo iniziò a sfaldare il limpido e regolare quadro della visione fiorentina del Quattrocento, immettendo minute notazioni di esperienza diretta, come le piumose ali di volatile, i nuovi disegni delle erbe, le figure velate dall’atmosfera, la luce riflessa dai colori e l’indefinibilità degli elementi paesaggistici, fondi e remoti. Caratteristiche per alcuni versi simili presentano i dipinti come il Ritratto di Ginevra Benci (Washington, National Gallery of Art) e la Madonna Benois (San Pietroburgo, Ermitage). Il primo soggiorno fiorentino di Leonardo si chiuse alla fine del 1481 con due opere che rappresentano altrettanti momenti di continuità stilistica: il San Girolamo (Pinacoteca Vaticana) e l’Adorazione dei magi (Firenze, Uffizi), commissionata quest’ultima nel 1481 dai monaci di San Donato a Scopeto e lasciata incompiuta alla partenza per Milano. Numerosi disegni conservati in varie raccolte testimoniano come l’Adorazione dei magi, allo stesso modo di altre opere, sia stata preceduta da una lentissima elaborazione, dove i motivi che ne compongono la struttura risultano isolati e approfonditi. Il dipinto evidenzia l’indipendenza leonardesca dai modelli iconografici (v. iconografia) della tradizione toscana, con figure affioranti da una penombra resa con gradazioni chiaroscurali che annullano l’isolamento delle singole immagini. Presente nel capoluogo lombardo dopo che egli stesso aveva offerto la sua opera di ingegnere civile, pittore e scultore a Ludovico il Moro, Leonardo fu incaricato di eseguire il monumento equestre di Francesco Sforza; la gran mole di lavoro e i molti studi determinarono la ripetuta interruzione della statua, della quale l’artista riuscì a realizzare il solo modello in creta del cavallo a grandezza naturale, esposto nel 1493. Durante il primo periodo milanese Leonardo lavorò come scenografo e ingegnere militare, realizzò un modello per la cupola del duomo di Milano (1487-1490) e si espresse con indicazioni riguardanti la ricostruzione della cattedrale di Pavia. Allo stesso periodo risale la cosiddetta Vergine delle rocce, nota in due esemplari: il primo venne realizzato a partire dal 1483 (Parigi, Louvre) e il secondo tra il 1497 e il 1511 (Londra, National Gallery).
Tra il 1495 e il 1498 eseguì nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie il Cenacolo, una delle composizioni più importanti di tutto il rinascimento, che si distingue per la monumentalità complessiva unita all’immediatezza espressiva dei gesti e per la compenetrazione di spazio reale e spazio figurato; l’opera ha subìto nel corso dei secoli un grave deterioramento, arginato soltanto dai recenti restauri. Appartengono allo stesso periodo la decorazione della sala delle Asse del castello Sforzesco, il Musicista (Milano, Pinacoteca Ambrosiana), il cartone per Sant’Anna con la Vergine e il Bambino (Londra, National Gallery), la Dama con l’ermellino (Cracovia, Museo nazionale), supposto ritratto di Cecilia Gallerani, e la Belle Ferronière (Parigi, Louvre). In questi anni particolarmente fecondi, Leonardo conobbe il Bramante e il matematico Luca Pacioli, per la cui opera De divina proportione (1496) eseguì le illustrazioni di strutture anatomiche. A Milano condusse sistematicamente studi e ricerche nel campo della matematica, della meccanica, dell’ottica, della botanica, dell’anatomia e alcune delle pagine del suo Trattato della pittura. Nel 1499, all’arrivo dei francesi, Leonardo lasciò Milano passando a Mantova e a Venezia, dove progettò alcune opere militari; nella primavera del 1500 fece ritorno a Firenze. Entrato al servizio di Cesare Borgia come ispettore delle opere di fortificazione, per dieci mesi percorse Umbria, Romagna e parte della Toscana, lasciando di questi sopralluoghi carte topografiche (v. topografia) e piante di città redatte con criteri sorprendentemente moderni. Ancora a Firenze realizzò eccezionali studi di ingegneria civile e militare, come il progetto di canale di navigabilità e di deviazione dell’Arno e quello di costruzione di un ponte sul Bosforo, per il sultano Baiazet II. Tornato a dedicarsi alla pittura, Leonardo dipinse verso il 1503 un episodio della Battaglia di Anghiari, affrescato nel salone dei Cinquecento del palazzo della Signoria, subito guastato da un artificioso processo di essiccamento e abbandonato ancora in corso di esecuzione. Nella primavera dello stesso anno Leonardo pose mano al famosissimo ritratto femminile noto come Monna Lisa o Gioconda (Parigi, Louvre), alla Leda (oggi perduta e testimoniata solo da copie più tarde) e alla versione definitiva di Sant’Anna con la Vergine e il Bambino (Parigi, Louvre). La Gioconda e la Sant’Anna furono portate a termine dopo lunga elaborazione, mentre di primario interesse divenne la speculazione scientifica: oltre alle ricerche già iniziate, Leonardo raccolse in un taccuino i frutti degli studi sul volo degli uccelli e preparò il materiale per un Trattato sull’acqua, nel tentativo di codificare le leggi che regolano le correnti dell’aria e dell’acqua. Nel 1506, sciolto da ogni impegno con la Signoria fiorentina, tornò a Milano protetto da Luigi XII, dove continuò ad approfondire gli studi di anatomia, le ricerche geologiche (si ricorda il progetto di canalizzazione dell’Adda per una via fluviale tra Milano e Como) e gli studi sull’origine dei fossili. Nel 1513 si recò a Roma, chiamato da Giuliano de’ Medici, ma il suo soggiorno non fu fruttuoso come egli aveva sperato: non si conosce infatti alcuna commissione affidatagli, nonostante il grande fervore di opere intraprese nella città in questo periodo. Eccetto il discusso San Giovanni Battista e il lavoro d’archeologia per la ricostruzione del porto di Civitavecchia, l’opera di Leonardo fu tutta rivolta alla ricerca scientifica. Nel 1517 venne chiamato da Francesco I e lasciò Roma per la Francia, dove fu attivo con il titolo di «primo pittore, architetto e ingegnere del re»; stabilitosi nel castello di Cloux presso Amboise, Leonardo sistemò i suoi scritti e creò i famosi disegni della Fine del mondo (Windsor, Royal Library). Morì ad Amboise e la sua tomba andò distrutta durante la rivoluzione del 1789: l’intero patrimonio dei suoi scritti fu raccolto dal fedelissimo allievo Francesco Melzi. Scienziato e genio indiscusso, Leonardo contribuì notevolmente agli studi di anatomia e fisiologia, attraverso disegni che costituiscono la prima rassegna iconografica dei muscoli umani e testimoniano la precisione delle sue osservazioni; investigò i fenomeni astronomici, si interessò di botanica e approfondì il tema dell’uso pratico di molte sostanze vegetali, formulò fondamentali principi nel campo della fisica e della meccanica; Leonardo lasciò uno straordinario patrimonio di appunti per un totale di circa 3500 pagine fitte di disegni, note e pensieri, stesi attraverso la celebre scrittura a specchio con andamento da destra a sinistra.