Lo Statuto sardo (o albertino), divenuto in seguito la carta costituzionale del Regno d’Italia…
Lo Statuto sardo (o albertino), divenuto in seguito la carta costituzionale del Regno d’Italia, fu proclamato da re Carlo Alberto il 4 marzo 1848.
Tale statuto, nel cui preambolo era affermato che sarebbe stato «legge fondamentale, perpetua e irrevocabile della monarchia», era composto di 84 articoli.
Nella sua redazione originaria esso istaurava un sistema di monarchia costituzionale pura, come poteva dedursi dalle espressioni che «al re solo spetta il potere esecutivo» e che «il re nomina e revoca i suoi ministri» .
Tuttavia ben presto la pratica costituzionale si evolse nel senso di affermare un sistema costituzionale parlamentare contraddistinto dal fatto che il Governo dovesse avere la fiducia del Parlamento, il quale poteva sempre revocare quest’ultima attraverso un suo voto. L’evoluzione in senso parlamentare dello Statuto albertino fu sancita dall’art. 1 della Legge n° 2263 del 24 dicembre 1925, il quale dispose che «il potere esecutivo è esercitato dal re per mezzo del suo governo ».
Lo Statuto albertino non fu mai formalmente abrogato. Peraltro la sua abrogazione derivò implicitamente dall’entrata in vigore, il 1 gennaio 1948, della nuova costituzione repubblicana.