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Longobardi

Antica popolazione dei germani orientali il cui nome si fa risalire sia alle lunghe barbe sia alle loro lance.

Antica popolazione dei germani orientali il cui nome si fa risalire sia alle lunghe barbe sia alle loro lance.
Detti anche vinili, cioè «guerrieri», come guerrieri valorosi sono ricordati da Tacito. Nel 5 d.C. combatterono contro Tiberio presso il fiume Elba, poi furono sottomessi dal re dei marcomanni Anninio (17 d.C.). Se ne ha notizia più tardi quando, in Pannonia, combatterono ancora contro i marcomanni (165 d.C.). Dopo essersi stanziati nel territorio dei rugi, alla fine del V secolo vennero vinti da Odoacre. Nel VI secolo, dopo aver vagato per l’Europa centrale, si fermarono in Pannonia dove, alleati degli avari, avevano vinto e quasi distrutto i lepidi. In quel periodo i longobardi abbracciarono probabilmente anche l’arianesimo, ma di pagano conservarono ancora molto nei loro costumi. Per il resto, vivevano e si muovevano divisi in gruppi familiari, sotto la guida di un re cui obbedivano i capi militari, che a loro volta guidavano i vari gruppi. Il re Alboino, già vittorioso sui lepidi, dalla Pannonia li guidò in Italia (568), una terra che, malgrado le rovine apportate dalla guerra greco-gotica, era reputata ancora ricca.

Entrati in numero imprecisato attraverso il Friuli, dopo aver devastato il Veneto, arrivarono a Milano e assediarono Pavia, mentre altri gruppi si diressero verso le parti centrali e meridionali della penisola. Pavia fu conquistata nel 571 e divenne capitale del nuovo regno; ma poco dopo, morto il re Alboino a causa di una congiura preparata dall’esarca bizantino, e ucciso anche il suo successore Clefi (574), il potere fu esercitato dai singoli duchi longobardi, insediati nei punti strategici più importanti (Friuli, Asti, Spoleto, Benevento ecc.).

La monarchia si rafforzò quando venne eletto il nuovo re Autari (584-590): sotto il suo governo, per opera della regina Teodolinda, che portò una più evoluta civiltà nella corte longobarda, e di Gregorio Magno, i longobardi furono in gran parte convertiti al cattolicesimo. Autari, oltre che riorganizzare lo stato, ne estese anche i confini e migliorò i rapporti col papato e con i popoli vicini. Il suo successore Agilulfo (591-616) continuò questa politica, ma il suo deciso cattolicesimo provocò contrasti tra i longobardi cattolici e quelli rimasti ariani, più tenacemente legati alle tradizioni germaniche. In questo periodo migliorarono anche le sorti degli italiani, che si videro riconosciuta una più vantaggiosa condizione giuridica. Con Rotari, eletto nel 636, si ha anche la prima codificazione scritta, con il famoso editto di Rotari (643) che testimonia una notevole evoluzione. A Rotari succedette il figlio Rodoaldo ma, alla morte di questi (661), si aprì un periodo di lotte tra i vari pretendenti al trono, durato fino al 712, anno in cui venne eletto Liutprando, il re che portò il regno alla massima potenza. Ma contro di lui si mosse la Chiesa romana e il contrasto si fece ancor più aspro sotto il re Astolfo (749-756). Nell’assenza dell’autorità bizantina i papi chiesero aiuto ai franchi, i quali discesero in Italia nel 754 e nel 756; con Carlo Magno, nel 774, pur dopo una breve politica di riconciliazione con il re Desiderio, sconfissero quest’ultimo e occuparono l’Italia longobarda fino al limite del territorio della Chiesa. Una congiura di duchi tentò inutilmente, due anni dopo, la restaurazione del potere longobardo. In seguito a questi avvenimenti, i longobardi persero completamente le loro caratteristiche germaniche, come fin dalla prima metà del VII secolo avevano abbandonato la lingua e alcuni costumi originari.