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Magnitudine

Termine usato per indicare quanto sia (o sembri) luminoso un astro.

Termine usato per indicare quanto sia (o sembri) luminoso un astro.

Anticamente si pensava che tutte le stelle fossero equidistanti dalla Terra, infisse sulla superficie sferica del cielo; per cui le stelle che apparivano più splendenti erano considerate le più grandi, quelle un poco più deboli di seconda grandezza e così via per tutte le altre stelle visibili a occhio nudo nelle notti senza luna. Oggi, invece, sappiamo che le stelle si trovano a distanze differenti dalla Terra (non sono distribuite, cioè, su una superficie sferica) e irradiano energia luminosa in maniera diversa l’una dall’altra; nonostante ciò, la classificazione che si usava anticamente è stata conservata (con le necessarie correzioni e precisazioni), sostituendo il termine «grandezza» con «magnitudine». Per l’esattezza, gli astronomi (v. astronomia) moderni distinguono fra «magnitudine apparente» (del Sole, della Luna, di un pianeta o di una stella), con riferimento allo splendore che osserviamo (e che corrisponde alla grandezza cui facevano riferimento gli astronomi antichi) e «magnitudine assoluta», con riferimento allo splendore che un determinato astro presenterebbe se, anziché essere alla distanza da noi alla quale effettivamente si trova, fosse distante 32,6 anni luce (10 par-sec). La magnitudine assoluta è molto importante per confrontare l’effettiva luminosità intrinseca delle differenti stelle.