Uomo politico sudafricano (Transkei 1918)
Uomo politico sudafricano (Transkei 1918)
Figlio di un capotribù della regione del Transkei, dopo aver preso la laurea in giurisprudenza Mandela ha fondato insieme con Oliver Tambo un’associazione di avvocati di colore e ha iniziato a battersi per i diritti dei neri. Dal 1944 è entrato a far parte dell’African national congress (Anc), fondandone la sezione giovanile quattro anni dopo. Il suo obiettivo principale è stata la lotta all’apartheid, che ha condotto attraverso scioperi, boicottaggi e disobbedienza non violenta alle leggi, cercando anche di richiamare l’attenzione dei paesi stranieri sulla gravissima questione sudafricana. Dal 1952 è stato arrestato diverse volte e quando, nel 1960, il suo partito è stato dichiarato fuori legge, Mandela si è convinto che fosse giunto il momento di usare la forza. A questo scopo, infatti, egli ha fondato l’anno seguente la cosiddetta Lancia della nazione, il braccio armato dell’Anc. Nel 1962 è stato di nuovo arrestato, ma questa volta condannato all’ergastolo.
Divenuto immediatamente il simbolo della resistenza dei neri al predominio dei bianchi, Mandela ha saputo guidare il movimento antisegregazionista anche dal carcere, non rinunciando all’idea della lotta armata nemmeno quando, nel 1985, gli è stata proposta in cambio la libertà. È stato il presidente Frederik de Klerk a scarcerarlo nel 1990. Da quel momento in poi, Mandela ha iniziato una serie di viaggi nel mondo per imporre la propria causa all’attenzione di tutti, guadagnandosi un grande prestigio internazionale; allo stesso tempo, egli ha avviato con de Klerk alcune importanti trattative che avrebbe portato all’abolizione dell’apartheid. Per questo, nel 1993, entrambi sono stati onorati con il premio Nobel per la pace, mentre l’anno successivo Mandela è stato addirittura eletto presidente della Repubblica sudafricana con una larghissima maggioranza di voti. Ha lasciato l’Anc nel 1997 e la presidenza della Repubblica due anni dopo.