Un giorno come gli altri, Lia, una bimba volto vivace, stava giocando con Quack, il suo paperotto preferito, inseguendolo per uno stretto viottolo.
NEI VICOLI DI NAZARETH
Un giorno come gli altri, Lia, una bimba volto vivace, stava giocando con Quack, il suo paperotto preferito, inseguendolo per uno stretto viottolo.
«Torna indietro», gridava, «a quest’ora devi tornare da mamma oca per mangiare la pappa». «Quack! Quack!», rispose il paperotto saltellando allegramente sulla scala esterna di una casa che portava al terrazzo.
«Ciao», disse Gesù alla piccola, incrociandola casualmente.
«Scusami», rispose Lia tirando dritto, «adesso non ho tempo, ci vediamo dopo!».
Gesù rimase a guardarla, mentre lei saliva sulla scala per raggiungere il paperotto.
«Dove ti sei cacciato?», gridava la bambina entrando nel solaio. «Guarda che non ho voglia di starti a cercare in mezzo al fieno… lo sai che mi fa starnutire!». «Quack! Quack!», si tradì il paperotto facendo il verso da dietro un sacco. «Ah-ah!», esclamò contenta Lia, correndo in quella direzione. Ma il piccolo volatile era più veloce di lei e, facendo un balzo, si posò sul parapetto della finestra e da lì scese sul cornicione. «Ormai non mi scappi più, a costo di inseguirti anche sul tetto!».
«Torna indietro!», gridò all’improvviso qualcuno alle spalle della bambina.
«Ma chi…?», chiese sorpresa Lia smettendo di sporgersi all’esterno. «Ah, sei ancora tu, Gesù!».
«Saresti potuta cadere», osservò il giovane.
«Uffi!», sospirò lei. «La colpa è di quell’indisciplinato di Quack. Io cerco di addestrarlo per farlo diventare un bravo soldato… ma lui niente! Non obbedisce agli ordini, tutta fatica sprecata».
«Dai, andiamo giù… Sono sicuro che il tuo paperotto si stancherà di fare il dispettoso e tornerà a seguirti. A proposito, perché vuoi trasformarlo in un rude guerriero?». «Possibile che non capisci? Dobbiamo mettere in piedi un grande esercito per cacciare i romani dalla nostra patria! Solo così saremo liberi, come ai bei tempi di Davide e di Salomone… Quelli sì che erano dei grandi re e Davide era anche bravo con la fionda! Non come l’ultimo che abbiamo avuto, quel brutto ceffo di Erode!».