Abbiamo visto che per accertare lo stato di salute di un’economia si prende
Abbiamo visto che per accertare lo stato di salute di un’economia si prende in considerazione il suo Pnl o il suo Rnl e lo si confronta con quello degli anni precedenti. Ma, considerando che questi valori sono espressi in termini monetari, di fronte a un aumento del Pnl sarà difficile capire se questo è cresciuto perché sono aumentate le quantità di beni o servizi prodotti o se sono semplicemente saliti i prezzi. Per distinguere i due casi ci si serve dei cosiddetti «numeri indici». Il numero indice esprime la variazione in percentuale rispetto a un valore assunto come base di raffronto e supposto uguale a 100.
Facciamo un esempio. Stabiliamo che il livello generale dei prezzi del 1995 sia uguale a 100, il livello dei prezzi degli anni successivi si potrà esprimere con un numero maggiore o minore di 100, a seconda di quanto i prezzi siano aumentati o diminuiti in percentuale rispetto all’anno base. Vale a dire che se nel 1996 i prezzi sono aumentati del 20% il numero indice è 120 (cioè 100 + 20), se al contrario sono diminuiti del 25% il numero indice è 75 (cioè 100 – 25). Tornando al nostro problema, per poter capire se l’incremento del Pnl dipende effettivamente da un aumento della produzione e non solo dei prezzi, dovremo far finta che i prezzi siano rimasti invariati rispetto all’anno assunto come base di riferimento. Vediamo come fare.
Supponendo che il Pnl del 2000 sia uguale a 30 miliardi, quello del 2001 a 35 miliardi e 700 milioni e quello del 2002 a 43 miliardi e 700 milioni e i numeri indici siano rispettivamente 100, 105 e 115, bisognerà dividere il Pnl di ogni anno per il suo numero indice e quindi moltiplicare per 100 per poter avere il Pnl espresso non più in prezzi correnti, cioè relativi ai vari anni, ma riferiti ai prezzi del 2000, cioè l’anno base. Confrontando i valori delle due serie di Pnl, quelli rapportati ai prezzi del 2000 presenteranno un incremento minore rispetto agli altri, perché non comprendono più gli aumenti dei prezzi e mostrano l’aumento della produzione.
I numeri indici si usano per rappresentare l’andamento di tante cose, perché è decisamente più semplice e chiaro esprimere le variazioni in percentuale piuttosto che in valori assoluti e cioè con grandi cifre. Consideriamo, ad esempio, l’aumento di 100 milioni su un miliardo e su 10 miliardi; in assoluto la quantità aumentata è la stessa, ma nel primo caso il miliardo corrisponde a un aumento del 10%, nel secondo caso dell’1%. Il più noto e seguito dai mezzi di informazione è l’indice dei prezzi al consumo, o Ipc. Esso rappresenta i prezzi dei beni consumati dalle famiglie e comprende quasi tutto, dagli alimenti alle abitazioni, dal vestiario alle cure mediche, fino ai divertimenti. Serve per misurare l’andamento del costo della vita, in parole povere è necessario per capire se il livello di vita di una famiglia media con un reddito medio, che acquista regolarmente i beni contenuti in quello che gli economisti hanno definito «paniere», migliora o peggiora con il passare degli anni. Nel nostro paese l’indice dei prezzi al consumo è elaborato dall’Istituto centrale di statistica (Istat).