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Paesaggi terrestri

Con il termine scientifico biomi  gli ecologi hanno voluto indicare i grandi ambienti naturali terrestri e acquatici

Con il termine scientifico biomi  gli ecologi hanno voluto indicare i grandi ambienti naturali terrestri e acquatici, classificati in base alla vegetazione prevalente (quelli terrestri) o alla fauna prevalente (quelli acquatici); i biomi terrestri  corrispondono ai grandi paesaggi naturali che noi tutti ben conosciamo: le foreste, i deserti, le savane, le montagne, le praterie ecc., mentre i biomi acquatici vengono distinti in costiero, pelagico, fluviale, abissale ecc.
Generalmente la distribuzione dei diversi biomi sulla terra è regolata sulla terraferma dal clima, che a sua volta è un rapporto tra intervalli di valori di temperatura e precipitazioni, nonché determinate variazioni della lunghezza del giorno e della notte; le caratteristiche dei biomi acquatici sono invece legate prevalentemente alla salinità e all’ossigenazione nelle acque.

Se potessimo sorvolare la terra, in un lungo viaggio aereo dal Polo Nord all’equatore e dall’equatore al Polo Sud potremmo assistere a una  graduale trasformazione del paesaggio sottostante:  abbandonate le bianche distese delle banchine polari, sulle quali si intravedono rari orsi bianchi a caccia di pesci e famiglie di foche vocianti, comincia la tundra, un immenso tappeto di Muschi e Licheni dove pascolano le renne, e spiccano grandi paludi in cui nidificano milioni di Uccelli acquatici migratori.

Al di sotto di una certa latitudine, quasi bruscamente, compare il verde  delle foreste : alte Conifere costituiscono la foresta boreale (o taiga), dove vivono l’orso bruno, il lupo, lo zibellino e il visone; scendendo verso sud il paesaggio ancora una volta cambia: appare la foresta temperata decidua, o caducifoglia, formata da querce, aceri, carpini e tigli. Proseguendo nel nostro viaggio verso sud il paesaggio diventa improvvisamente imprevedibile,  a seconda della direzione che prendiamo: in vicinanza del mare il panorama è dominato dalla  macchia sempreverde con piante a foglie persistenti e coriacee; nelle aree occupate dalle grandi pianure  compare la steppa, una grande prateria a Graminacee dove pascolano i grandi erbivori e sorvolano gli Uccelli rapaci. Man mano che si procede all’interno delle grandi masse continentali si incontrano  gli affascinanti e misteriosi deserti. Poi la regolare successione di paesaggi incontrata all’inizio del viaggio viene gradatamente sostituita da una molteplicità di situazioni climatiche determinate da diversi fattori geografici, quali la forma dei continenti, la presenza dei mari e dei grandi laghi, la barriera eretta dalle catene montuose, alternata ad altopiani e pianure.

Procedendo ancora a  sud verso i tropici si incontrano due tipi fondamentali di paesaggio: le foreste tropicali e le savane. Le prime sono costituite da un fitto intreccio di alberi di varia grandezza e popolate da una fauna estremamente ricca e varia; le seconde, invece, sono un mosaico eterogeneo di formazioni con copertura arborea assente e limitata, fra le quali distinguiamo praterie erbose, arbustive, boscaglie rade, arbusteti spinosi, il regno dei Mammiferi erbivori e dei grandi predatori, oltre che di un gran numero di Uccelli, Rettili e Insetti.

Superato l’equatore, in direzione dell’Antartide incontreremo un paesaggio  piuttosto irregolare, caratterizzato dall’assenza della tundra e della taiga che avevamo incontrato nell’altro emisfero;  ciò in relazione alla minore superficie delle terre emerse che appaiono anche più frastagliate e assottigliate, man mano che ci si sposta a sud.

Questi in sintesi i grandi paesaggi naturali che da millenni hanno caratterizzato il volto della terra e che costituiscono un patrimonio prezioso e  irripetibile;  troppo spesso  la presenza,  l’azione e il lavoro dell’uomo hanno modificato, talvolta pesantemente, la loro estensione o le loro bellezze naturali;  le generazioni di oggi e di domani dovranno assumersi l’onere di  impedire ogni ulteriore tentativo distruttivo sull’ambiente.