Il nostro pianeta ha un’età di circa 5 milioni di anni, ma solo mezzo milione di anni fa comparvero esseri…
Il nostro pianeta è molto antico, ma solo mezzo milione di anni fa comparvero esseri che, pur non essendo ancora uomini, si distinsero dagli altri animali per quegli elementi che caratterizzano la specie umana.
La Preistoria, il periodo di tempo che va dalla comparsa di questi esseri alla nascita delle antiche civiltà, viene tradizionalmente suddivisa in Paleolitico, Mesolitico e Neolitico, in base all’evoluzione tecnica raggiunta dall’uomo e dai suoi progenitori.
Ma se il Paleolitico dura alcune centinaia di migliaia di anni (perché per molto tempo l’evoluzione dell’uomo fu lentissima), il Neolitico non dura che pochi millenni. Durante questi ultimi, si susseguirono infatti invenzioni e scoperte, che cambiarono in maniera rapidissima lo stile di vita dell’uomo.
Il Paleolitico, il Mesolitico e il Neolitico corrispondono alla fase che è comunemente detta Età della pietra, a cui seguirono epoche caratterizzate dall’utilizzazione dei metalli: Età del rame, Età del bronzo ed Età del ferro.
Le prime fasi del Paleolitico sono caratterizzate da grandi cambiamenti climatici: a fasi di basse temperature e di espansione dei ghiacciai si alternano periodi più caldi in cui il livello dei mari, a causa dello scioglimento dei ghiacci, si innalza notevolmente.
È nel Paleolitico che fanno la loro comparsa gli ominidi, per molto tempo considerati gli antenati del genere umano, discendenti dei Primati (da cui derivano sia le scimmie sia l’uomo), che si avviarono lungo il cammino che condusse alla nostra specie, ma non vi giunsero mai.
Tra questi ominidi vanno ricordati gli Australopitechi e i Pitecantropi, esseri in grado di utilizzare alcuni strumenti, che avevano il cervello più grande di quello delle scimmie.
Nel Paleolitico medio, in Europa, compare finalmente l’uomo di Neanderthal. Ha un corpo massiccio, statura ridotta, testa grande, ampie arcate sopracciliari, fronte sfuggente, naso molto largo e una mascella inferiore senza mento. Contemporaneamente, in regioni caratterizzate da un clima più favorevole, compaiono altre forme umane, ancora più vicine alla linea di evoluzione che porta all’uomo attuale.
Scomparso l’uomo di Neanderthal, circa 30.000-40.000 anni fa, compare il nostro antenato diretto: l’Homo sapiens, di cui i tipi più conosciuti in Europa sono l’uomo di Cro-Magnon, l’uomo di Chancelade e l’uomo di Grimaldi.
- L’uomo di Cro-Magnon, di cui sono stati ritrovati cinque scheletri in Francia, nel 1868, era di alta statura, superiore a 1 metro e 80 centimetri, con scheletro e muscolatura robusti, il volto basso e largo ma somigliante a quello dell’uomo moderno, e con braccia lunghissime. Questa razza ebbe un ruolo importantissimo perché popolò l’intera Europa a partire dal primo periodo neolitico; da qui giunsero anche in Africa settentrionale.
- L’uomo di Chancelade, scoperto sempre in Francia nel 1888, presentava caratteristiche molto diverse dal precedente: bassa statura (non superiore a 1 metro e 55 centimetri), mento sporgente e naso lungo e stretto. Di questo gruppo sono stati ritrovati scheletri non solo in Francia ma anche in Germania.
- L’uomo di Grimaldi, scoperto in Francia insieme ad alcuni scheletri di Cro-Magnon, popolò tutto il bacino del Mediterraneo. Di questo tipo vennero ritrovati i resti di una donna anziana e di un ragazzo, definiti “razza di Grimaldi”, dal nome del luogo di ritrovamento. Il tipo Grimaldi aveva caratteristiche differenti dai precedenti: era poco più alto dell’uomo di Chancelade, aveva un cranio molto grande e quindi un cervello più voluminoso di quello delle altre due razze.