L’uomo del Paleolitico utilizzava, come rifugio e protezione, delle abitazioni…
L’uomo del Paleolitico utilizzava, come rifugio e protezione, delle abitazioni che erano diverse a seconda dell’ambiente in cui esso stesso viveva. Nelle zone più fredde, i cacciatori, che si stabilivano lungo le vie percorse dai branchi di animali, nell’attesa, cercavano protezione dal freddo innalzando tende fatte di pelli; su terreni più morbidi, invece, realizzavano delle vere e proprie abitazioni, in parte scavate nella terra, ricoperte e pavimentate con zolle d’erba e con soffici pelli, e riscaldate da fuochi alimentati con legna o con ossa di animali.
Nelle zone più a sud, dove il clima era meno rigido, l’uomo viveva in grotte o in semplici ripari, coperti da sporgenze rocciose.
Abiti e ornamenti
Nelle regioni più fredde era necessario coprire il corpo con rozzi indumenti fatti di pelli di animali, tenute insieme da cuciture. Queste cuciture venivano realizzate con aghi d’osso e “filo”, ricavato da tendini di animali o da sottili strisce dei loro intestini, o da fibre vegetali. Nelle zone più calde, invece, non era così indispensabile coprirsi con indumenti caldi e si preferiva ornarsi di oggetti: collane di denti o conchiglie, frange, cinture, braccialetti, piume da mettere in testa, anelli, fermagli in osso ecc.
A questi oggetti, spesso decorati e incisi, insieme alla funzione di ornamento, venivano anche attribuite proprietà magiche.
La durata della vita e le malattie
La durata della vita dell’uomo del Paleolitico era brevissima, a causa delle condizioni ambientali molto difficili in cui essi vivevano: un terzo di loro moriva prima dei 20 anni, la metà di quelli che rimanevano, tra i 20 e i 40 anni, il resto, tra i 40 e i 50. Rarissimi erano gli individui che superavano questa età.
Ma di cosa morivano gli uomini paleolitici? La malattia più diffusa era l’artrosi deformante, che ha lasciato tracce sugli scheletri che sono stati ritrovati, che si mostrano spesso deformati, soprattutto in corrispondenza delle giunture degli arti e lungo la schiena. Frequenti erano le fratture del cranio, delle ossa delle braccia e delle gambe, delle clavicole e delle costole, che però venivano spesso curate. I denti erano generalmente cariati e in cattivo stato, anche a causa dell’uso che se ne faceva, come strumento di lavoro.