Un partigiano è un combattente che non appartiene a un esercito regolare, ma a un movimento di resistenza contro uno o più schieramenti ufficiali
Un partigiano è un combattente che non appartiene a un esercito regolare, ma a un movimento di resistenza contro uno o più schieramenti ufficiali; le finalità della lotta partigiana sono la difesa e la liberazione da un regime di occupazione militare e la conquista o la colonizzazione di un terreno delimitato. Differenze sostanziali tra un partigiano e un soldato regolare sono: la delimitazione territoriale che impegna il partigiano nella difesa di un territorio circoscritto, coincidente con la sua area culturale di appartenenza; la sua maggiore irregolarità e mobilità (i partigiani non hanno segni distintivi o di riconoscimento ufficiale, usano soprannomi, si organizzano in bande mobili e armate); il suo impegno politico militante; la scelta volontaria di arruolarsi. Il movimento partigiano canalizza verso un unico obiettivo (la resistenza per liberare dall’oppressione il proprio paese) fazioni anche diametralmente opposte per orientamento politico; emblematico il caso della resistenza all’occupazione nazista che, in Italia, vide schierarsi sullo stesso fronte cattolici e comunisti, monarchici e anarchici (v. anarchia).
Il termine «partigiano» si diffuse proprio dal secondo dopoguerra, a indicare indifferentemente tutti i combattenti della Resistenza, mentre nel corso del conflitto si riferiva a coloro che avevano scelto di darsi alla macchia unendosi a formazioni armate.