Terreno permanentemente gelato in profondità…
Terreno permanentemente gelato in profondità che si rinviene nelle regioni polari fino a 2500-3500 km dal Polo Nord. Con il termine permafrost si indica la porzione di terreno che presenta per almeno due anni consecutivi una temperatura media annua inferiore a 0 gradi centigradi.
In tali condizioni l’acqua interstiziale si trova allo stato solido e costituisce l’elemento collante della matrice nella quale si ritrova, sia essa costituita da detrito o sia da roccia più o meno fratturata. In estate la parte superficiale (50-200 cm) sgela e dà luogo a estesi acquitrini infestati dalle zanzare, mentre in profondità, anche per centinaia di metri, la molta acqua presente rimane allo stato solido (ghiaccio). La presenza del permafrost costituisce uno dei principali ostacoli nell’utilizzo dei territori settentrionali, poiché ogni edificio o manufatto che si costruisce tende a riscaldare il permafrost stesso e quindi a sciogliere l’acqua in esso contenuta con conseguente sprofondamento delle opere.
Al di sotto del permafrost permanente si può trovare (anche in grande quantità) gas metano, accumulatosi nel corso dei millenni. Attualmente questi giacimenti metaniferi sono al sicuro, coperti dalle vaste estensioni di terreni congelati. Nel territorio artico dell’emisfero boreale (dove è la maggior parte delle terre emerse del pianeta, esposte a congelamento e scongelamento) si teme che il permafrost prima o poi si sciolga liberando grandi quantità di metano nell’atmosfera terrestre mischiandosi agli altri gas che già favoriscono l’effetto serra, innescando così un ulteriore riscaldamento globale.