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Peste

Malattia infettiva acuta, contagiosa, endemica…

Malattia infettiva acuta, contagiosa, endemica in Oriente, caratterizzata da grave stato infettivo, con localizzazioni ghiandolari (v. ghiandola) e polmonari (v. polmoni). È causata dal bacillo della peste (Pasteurella pestis) scoperto nel 1894 da A. Yersin e S. Kitasato, che infetta i topi e i ratti e viene trasmesso all’uomo per mezzo delle pulci di questi, o con il contagio prodotto da corpi di roditori infetti o da materiale contaminato da questi; durante un’epidemia è facile il contagio, anche indiretto, dal malato. In media dopo 4-6 giorni dal contagio, insorge bruscamente la febbre accompagnata dai segni di un’infezione grave (cefalea, stato di agitazione psicomotoria, che può giungere fino al delirio, tachicardia, ipotensione, dispnea, grave prostrazione, sete intensa, perdita di appetito ecc.); precocemente insorge dolore nella sede delle stazioni linfoghiandolari (più frequentemente agli inguini, poi alle ascelle, latero cervicali ecc.) che già dopo 24 ore si mostrano tumefatte (bubbone ghiandolare, da cui «peste bubbonica»). Il bubbone nei giorni successivi fluidifica, e può ulcerarsi all’esterno; l’essudato è ricchissimo di bacilli. Quando i processi di difesa linfoghiandolare sono scarsi, si ha la forma setticemica, caratterizzata da emorragie diffuse cutanee e mucose, gravissimo stato settico, spesso zone di necrosi cutanea; in queste forme si possono avere localizzazioni polmonari diffuse (broncopolmoniti pestose localizzate o generalizzate, spesso emorragiche) con dispnea accentuata, cianosi, tosse con espettorato dapprima muco schiumoso o sieroso, poi emorragico, ricco di bacilli della peste. Il contagio interumano per inalazione di goccioline di espettorato emesso dai malati con la tosse, durante un’epidemia, può determinare la localizzazione primitiva polmonare (peste polmonare). Le forme setticemiche e polmonari sono le più gravi, ma anche nella peste bubbonica l’indice di mortalità (prima dell’uso degli antibiotici) era assai alto (25-75%). La profilassi è affidata alla lotta contro i topi (derattizzazione nelle città con disinfestazione dalle pulci, disinfestazione delle navi da trasporto e uso di dischi paratopo sui cavi di ormeggio ecc.), all’isolamento degli ammalati, alla vaccinazione (v. vaccino) preventiva del personale sanitario e di assistenza, alle norme igieniche ospedaliere.