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PH

Sigla che sta per «potenza dell’idrogeno»…

Sigla che sta per «potenza dell’idrogeno», una notazione introdotta dal chimico danese Soren Sorensen (1868-1939) per designare in forma agevole il carattere acido (v. acido e base), neutro o basico di una soluzione acquosa di un elettrolita. Corrisponde al valore, espresso in termini logaritmici, della concentrazione degli ioni idrogeno in una soluzione. A 23 gradi centigradi, il pH 7 è quello della neutralità; un pH inferiore a 7 (da 7 a 1) corrisponde a soluzioni acide, un pH superiore a 7 (da 7 a 14) a soluzioni basiche. Il pH è legato all’attività di una soluzione e non direttamente alla sua concentrazione, tuttavia per soluzioni molto diluite l’attività può essere sostituita con la concentrazione.

La determinazione sperimentale del pH si effettua principalmente in due modi:

1) attraverso il metodo colorimetrico, rapido ma relativamente poco preciso che si fonda sull’osservazione del colore assunto nella soluzione da un indicatore colorato (in genere il tornasole), la cui zona di viraggio comprende il pH che si vuole misurare;

2) attraverso il metodo potenziometrico, preciso ma che richiede apparecchiature più complesse, chiamate «piaccametri». Il loro funzionamento è basato sul fatto che il potenziale di un elettrodo a idrogeno immesso in una soluzione a temperatura costante è funzione della concentrazione degli ioni idrogeno contenuti nella soluzione.

La misura del pH è di notevole importanza nell’industria chimica, farmaceutica, mineraria, nella galvanoplastica, nella fisiologia, nelle industrie alimentari, tessili e della carta, delle materie plastiche, degli esplosivi ecc.