Scopri, impara e cresci

Pollicino

Durante l’anno abbiamo l’opportunità di leggere molti testi! Troverai tantissime fiabe versione integrale come questa di Pollicino… Protrai ricopiare il testo per esercitarti nella scrittura… leggerlo tutte le volte che vuoi per esercitarti e più in là ne potrai fare anche il riassunto! Buon divertimento e buon lavoro!

 

C’era una volta un povero boscaiolo che viveva in una casa ai margini del bosco con la moglie e i suoi sette figlioli. Il minore, chiamato Pollicino, era il più astuto e sveglio dei ragazzi.
Arrivò una gran carestia e la famiglia del boscaiolo non ebbe di che mangiare. Una sera, il poveruomo, disperato, si lamentò con la moglie della loro miseria. Decisero allora di condurre i figli nel bosco e di abbandonarli, confidando nel buon cuore di qualche anima pietosa. Pollicino, però, udì tutto; aspettò che i genitori si addormentassero, poi uscì, andò al torrente, raccolse una manciata di sassolini bianchi e tornò a casa.
Il mattino dopo, tutta la famiglia si recò nel bosco. Pollicino, rimasto per ultimo, fece cadere i sassi, uno a uno…
I genitori lasciarono i figli e si allontanarono con un pretesto. Giunse la notte, e i bambini soli e spaventati si misero a piangere. Pollicino allora disse:
“Allegri, fratelli miei, seguitemi!”
Al chiaror della luna i sassolini brillavano e i fratelli trovarono la via del ritorno. Il boscaiolo e la moglie, pentiti, furono felici di rivedere i loro figli e, per qualche giorno, tirarono avanti con quel poco di pane che era rimasto. Ma, poco tempo dopo, la fame tornò e il taglialegna decise di riportare i figli nel bosco.
Pollicino, ascoltando ancora i progetti del babbo, attese la notte per poter uscire di casa ma, trovando la porta sprangata, non gli rimase altro che cacciarsi in tasca un tozzo di pane raffermo…
Il mattino seguente, tutta la famiglia si incamminò nel bosco e Pollicino sbriciolò il suo pane lungo tutto il percorso.
Ancora una volta i bambini vennero abbandonati e, ancora una volta, giunse la notte.
Pollicino rassicurò i fratelli ma quando cercò la traccia di briciole non la trovò più: gli uccellini le avevano beccate tutte. La paura li assalì, ma Pollicino, fattosi coraggio, salì in cima a un alto albero e subito gridò esultante: “Una luce! e poco distante da qui!” Cammina e cammina, i sette fratelli giunsero a una casa e bussarono. Ne uscì una donna che, vedendoli, esclamò: “Poverini, fuggite! Non sapete che questa è la casa di un orco malvagio, ghiotto di bimbi?”
Ma i bambini erano così affamati e così stanchi che supplicarono la donna d lasciarli entrare. La donna diede loro da mangiare, ma ecco… arrivò l’orco.
I bambini fecero appena in tempo nascondersi sotto la credenza della cucina. Entrando, l’orco tuonò: “Ucci, ucci sento odor di cristianucci” e, senza esitare, con la sua manona tirò fuori i bambini tremanti. “Mmm, ecco un buon bocconcino” esclamò.
“Siete un po’ magri per i miei gusti, ma vi farò io ingrassare a dovere!”
La buona donna allora condusse i bambini nella camera dove già dormivano le figlioline dell’orco, sette orchettine con sette coroncine in testa. I fratellini furono messi a dormire nel letto accanto, ma prima di coricarsi, Pollicino sostituì il suo berretto e quello dei suoi fratelli alle coroncine delle orchette.
Meno male! Nel cuore della notte, l’orco si svegliò pentito e pensò: “Meglio farla finita subito con quei monelli!” e brandendo un coltellaccio si diresse deciso nella camera dei bambini. Tastò nel buio sette testine ma, sentendo le coroncine, si disse: “Per poco facevo fuori le mie figliole.” Andò all’altro letto, tastò i berrettini e… zac, con un colpo tagliò il collo proprio alle sue orchette, credendo che fossero i fratellini. Poi se ne tornò a dormire.
A quel punto Pollicino, che era rimasto col fiato sospeso, svegliò i fratelli. I bambini se la diedero a gambe, correndo come lepri. Il mattino dopo, quando l’orco si accorse di quanto aveva fatto per errore, andò su tutte le furie, e infilandosi i suoi magici stivali delle sette leghe, partì all’inseguimento dei sette fratelli.
I bambini erano quasi riusciti a ritrovare la strada di casa quando videro arrivare l’orco. Pollicino non si scoraggiò: nascose i fratelli in una grotta poi, quando l’orco esausto si sdraiò lì vicino per riposare, lasciò che si addormentasse. Mentre l’orco russava, gli rubò gli stivali magici e li indossò.
Subito mandò i fratelli a casa e lui… partì per il mondo in cerca di fortuna. In poco tempo, mettendosi al servizio di re potenti, divenne ricco e tornò a casa talmente carico di monete e gioielli, che la famiglia del boscaiolo visse unita, ricca e felice.