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Pittura e danza: Degas e Matisse

Alcuni grandi artisti vissuti a cavallo tra il XIX e il XX secolo ebbero un rapporto davvero simbiotico

Alcuni grandi artisti vissuti a cavallo tra il XIX e il XX secolo ebbero un rapporto davvero simbiotico, quasi morboso con la danza, una forma d’arte entrata prepotentemente nell’immaginario collettivo europeo proprio durante gli spensierati anni della belle époque, un periodo poi spazzato via dalla prima guerra mondiale. Tra questi, un ruolo particolare se lo ritagliarono due dei pittori francesi più originali della complessa storia che va dall’impressionismo al post-impressionismo: Edgar Degas e Henri Matisse.

Pittore, incisore e scultore, Degas (Parigi 1834-1917) è stato uno dei maggiori artisti dell’Ottocento. Allievo dal 1855 dell’École des beaux-arts, mantenne per tutta la vita un’ammirazione incondizionata per Ingres, il grande rappresentante del classicismo francese, al quale si avvicinò per la straordinaria finezza e penetrazione del disegno. Ben presto, tuttavia, l’ammirazione per le stampe giapponesi, l’incontro decisivo con Manet (1862) e l’assidua partecipazione alle riunioni del Café Guerbois, che avranno grande importanza nella formazione del gruppo impressionista, avviarono l’artista sulla sua vera strada.
Egli, infatti, si orientò verso il teatro, l’ambiente mondano degli ippodromi e quelle scene di vita parigina che tanto avevano attratto Daumier. Il suo contributo più originale all’impressionismo fu nella composizione, nel suo tagliare il quadro di sbieco, nel tendere a collocare il personaggio principale in un angolo, con effetti straordinariamente moderni e quasi cinematografici. È soprattutto verso i campi di corse e le ballerine che il suo insaziabile interesse per il movimento lo sospinse: Degas esplorò la scena in tutta l’azione drammatica e coreografica, insistendo spesso dolorosamente sul contrasto tra questa e lo sforzo fisico delle ballerine, mentre al circo o al caffè‑concerto analizzò spietatamente gli atteggiamenti paradossali dei cantanti e degli acrobati.

Un esempio mirabile del suo amore per la danza è La scuola di danza (1874), opera in cui l’attenzione dell’artista spazia dalla minuzia nella descrizione dei costumi delle ballerine al senso teatrale della scena, impostata su una prospettiva in diagonale di grande virtuosismo.

Dopo aver guardato con curiosità al simbolista Moreau, all’impressionismo, al divisionismo, adottando la divisione del tocco per sfruttarne l’effetto emotivo, Matisse (Le Cateau 1869 – Nizza 1954) ha poi avuto una funzione di guida per i Fauves.

Il suo dipinto più rappresentativo sul contemporaneo mondo del ballo e della musica è La danza (1910), un’opera – di cui lasciò diverse versioni – contrassegnata da pochi colori puri e da una sintesi estrema nella costruzione della figura umana. Le cinque donne fissate in una sorta di girotondo ballato esprimono tutta la gioia tipica della danza e sprigionano un’energia che l’artista ha saputo cogliere con pochi tratti essenziali, conferendo all’immagine un senso di vitalità primordiale.