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Placenta

Annesso fetale che si forma durante la gravidanza nell’interno dell’utero…

Annesso fetale (v. feto) che si forma durante la gravidanza nell’interno dell’utero, allo scopo di assicurare la nutrizione del feto durante i nove mesi di vita intrauterina, provvedendo però non soltanto agli scambi nutritivi tra madre e figlio ma anche allo scambio dei gas della respirazione e delle scorie dei tessuti. Poiché queste funzioni sono legate alla presenza del feto nell’utero, a parto avvenuto la placenta diventa inutile e perciò viene espulsa con gli altri annessi. La placenta appare come una focaccia molle, spugnosa, del peso di 500-600 g, di colorito rosso scuro sulla faccia materna, aspetto rugoso, solcata da numerose depressioni che delimitano i singoli lobi: questi ultimi sono in numero di 18-20. Sulla faccia fetale, grigiastra, con superficie liscia lucente, si inserisce il cordone ombelicale, che può essere al centro o situato perifericamente in sedi diverse. Altri annessi sono i villi fissi o di adesione all’utero e i villi liberi o nutritizi, a diretto contatto con il sangue materno e deputati agli scambi che abbiamo detto. La placenta esercita in particolare una funzione protettiva, sia nei riguardi della madre verso il feto, sia nei riguardi del feto verso la madre. La protezione per il feto consiste tra l’altro nella capacità di trattenere gli agenti patogeni che si trovano nel sangue materno: tale capacità non è peraltro né assoluta né costante (per esempio il Treponema della sifilide è in grado di attraversare la barriera placentare contagiando il feto). La funzione protettiva per la madre comporta la formazione di anticorpi e di nuovi eritrociti. La placenta ha, inoltre, funzioni endocrine, che consistono nell’elaborazione di alcuni ormoni. Anatomicamente la placenta può presentare notevoli variazioni di forma, potendo essere bipartita, diffusa o membranosa, zonaria. Possono anche aversi anomalie di inserzione o di distacco della placenta: tra le anomalie di inserzione la più nota è la placenta previa che comporta la sua inserzione nel segmento inferiore dell’utero. Tale anomalia determina un’emorragia più o meno intensa, con possibilità di gravi conseguenze per la donna e per il feto se non si interviene rapidamente, provocando la rottura delle membrane o eseguendo il rivolgimento o praticando il taglio cesareo. Tra le anomalie di distacco, citiamo il distacco intempestivo della, che si manifesta con notevole emorragia.