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Presso il Giordano

La mattina dopo Giovanni e Mattan iniziarono a seguire le impronte lasciate dalle pecore fuggite. Il gregge era arrivato al fiume Giordano.

PRESSO IL GIORDANO

La mattina dopo Giovanni e Mattan iniziarono presto a seguire le impronte lasciate dalle pecore fuggite.
«Ecco il Giordano», disse il profeta, «come avevo intuito il tuo gregge è corso qui». «Sì», commentò il pastorello, «vedo le tracce che si fermano sulla riva per poi ripartire costeggiando il fiume… ma non scorgo ancora le pecore!».

Davanti a loro c’erano alcune donne che stavano lavando i panni nell’acqua. Queste riconobbero subito il santo e lo circondarono chiedendogli di non andarsene via subito.
«Rimani con noi», lo supplicavano le donne, «devi benedire i nostri figli e i nostri mariti». «Non preoccuparti per me», disse Mattan cominciando ad allontanarsi, «saprò cavarmela da solo… Questi luoghi non sono certo pericolosi come il deserto».
«Spero di cuore che tu riesca nella tua ricerca», si augurò il profeta, salutandolo con un gesto della mano.

In poco tempo, la voce dell’arrivo di Giovanni Battista si sparse per tutti i villaggi vicini e un fiume di gente si riversò come un affluente nel Giordano. Tutti volevano farsi battezzare.
In mezzo alla folla riverente, Giovanni recitò il ritornello abituale della sua predicazione: «Convertitevi, poiché il regno dei cieli è vicino!».
Le prime ad avvicinarsi erano delle persone che volevano farsi battezzare semplicemente per mettersi in mostra. Questi uomini, furbi e falsi, irritavano profondamente il Precursore.
«Grande ed eccelso sant’uomo», disse uno di loro spalancando le braccia come per mettere ben in mostra la preziosa veste di seta, «noi che siamo i nobili discendenti diretti di Abramo, ti diamo il benvenuto e ti invitiamo a banchettare nelle nostre comode dimore».
«Razza di vipere», gridò per tutta risposta Giovanni, «chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira ormai vicina? Dimostrate con i fatti che vi siete veramente convertiti, invece di dire che meritate rispetto solo perché siete figli di Abramo». «Io vi dico che Dio potrebbe far nascere dei figli di Abramo anche da queste pietre», continuava Giovanni, indicando con disprezzo dei grossi sassi ai suoi piedi. «Fate attenzione, la scure è già stata appoggiata alle radici: tutti gli alberi che non fanno buoni frutti verranno tagliati e gettati nel fuoco».
I rappresentanti dei due partiti religiosi ai quali erano rivolte queste dure accuse, i farisei e i sadducei, cercavano di mantenere il sorriso stampato sulla faccia anche se, dentro di loro, ribollivano per la rabbia. Sapevano bene che, se avessero tentato di ribattere, tutto il popolo si sarebbe rivoltato contro di loro.

COS’È IL BATTESIMO?
Battezzarsi significa prima di tutto «immergersi nell’acqua», «lavarsi», «farsi il bagno». Anche duemila anni fa gli uomini sapevano bene che l’acqua serve anche per togliersi di dosso la sporcizia e i cattivi odori. È chiaro però che a Giovanni non interessava che la gente andasse in giro pulita. Per questo basta la buona educazione. Quelle persone che andavano da lui per farsi battezzare sapevano che il gesto di bagnarsi serviva per dire qualcosa di più: «Voglio pulire le mie intenzioni, voglio cambiare, voglio essere diverso». Questo è il battesimo che offriva Giovanni, un gesto per dire solennemente a Dio e a tutti: «Io voglio cambiare, voglio convertirmi e imparare a vivere secondo la volontà di Dio e diventare suo amico».
Sapete, però, che c’è un altro battesimo? È quello che offrirà Gesù a coloro che crederanno in Lui, e che è molto diverso. In quel battesimo è invece Dio che dice all’uomo, con la stessa parola potente che ha creato tutte le cose: «Io voglio che tu cambi, io voglio che tu diventi mio figlio». Giovanni anticipa che questo battesimo non è solo nell’acqua, ma è nel fuoco dello Spirito Santo di Dio.