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Realtà

Modo di essere delle cose in quanto esistenti al di fuori del pensiero umano…

Modo di essere delle cose in quanto esistenti al di fuori del pensiero umano, di solito in contrapposizione a ciò che è immaginario o fittizio. La filosofia greca si pone il problema della corrispondenza fra la conoscenza della natura e la natura stessa. Non è messa in discussione la realtà come ciò che esiste indipendentemente dal soggetto conoscente (questione che viene in luce esplicitamente solo nella modernità, a partire da Cartesio e Leibniz), poiché la presenza di oggetti esterni al soggetto è considerata un’evidenza immediata. Si tratta semmai di stabilire come avvenga la conoscenza delle cose.
In questo contesto si inseriscono ad esempio le teorie epicuree (v. Epicuro) delle immagini di cose, che staccandosi dagli enti si imprimerebbero nella coscienza; o ancora la teoria delle idee di Platone, per cui sono le idee ad avere lo status di realtà e verità, mentre le cose materiali e le sensazioni empiriche sono un’immagine ingannevole, al massimo una copia delle idee. Aristotele riformula interamente la questione della conoscenza e della natura, affermando che non vi è separazione fra idee e cose, ma differenti aspetti della realtà.

Il primo ad utilizzare il termine realtà in senso filosofico (v. filosofia) fu tuttavia Giovanni Scoto, indicando con realtà ciò che costituisce l’individualità delle cose. Cartesio si interroga sulla veridicità della realtà, che viene confermata dal fatto che Dio non può ingannarci con idee che non rappresentino cose reali. Kant afferma che esiste un’idealità delle forme che non fa parte della realtà esterna. Nell’idealismo la realtà è ciò che sussiste solo in relazione all’io. Nella filosofia moderna il problema è relativo alla specificità delle cose, e non alla loro esistenza.