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Catastrofi ed estinzioni

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Catastrofi ed estinzioni

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Da quando sono apparsi i primi esseri viventi complessi sul nostro pianeta, la vita ha conosciuto diverse crisi biologiche, cioè la più o meno improvvisa scomparsa di intere specie animali e vegetali.
Due crisi in particolare, quella del permiano – l’ultimo periodo del paleozoico, 245 milioni di anni fa – e quella del cretaceo – periodo finale del mesozoico, 65 milioni di anni fa –, sconvolsero gli equilibri della Terra. 
La prima fu l’estinzione di massa più imponente della storia del pianeta, nel corso della quale scomparve il 96% delle specie animali marine, ossia la metà dell’intera fauna. Alcuni scienziati sono convinti che l’estinzione sia stata causata da una fortissima eruzione vulcanica, altri ancora dalla caduta di un meteorite. Quest’ultima è una teoria recente, sviluppatasi dopo la scoperta di un cratere di 450 km di diametro in Antartide grazie a un satellite della Nasa.

 

La nascita di organismi più efficienti come le ammoniti e l’inizio della frantumazione della Pangea contribuirono ad accelerare il processo di estinzione.
Gli organismi con minore capacità di adattamento furono così rimpiazzati da altri più efficienti e aggressivi. Per esempio, quando si svilupparono alberi e cespugli dal tronco alto, gli animali premiati furono le giraffe, che potevano raggiungerli facilmente grazie alla lunghezza del collo. Tuttavia, questo non dipendeva da uno sforzo evolutivo effettuato dalle giraffe, ma da una casuale variazione ambientale.
La seconda grande crisi fu quella del cretaceo, un’era caratterizzata dal predominio dei vertebrati. Alla fine del periodo si ebbero estinzioni massicce, che provocarono il tramonto di una grande quantità di specie di plancton, e soprattutto dei dinosauri, i rettili più grandi della storia della Terra. Gli unici a salvarsi furono i teropodi, dai quali si originarono gli uccelli.
L’estinzione dei dinosauri, intorno a cui si sono sviluppate varie teorie, rimane uno dei misteri più interessanti della paleontologia. Anche se non è possibile determinare la velocità del processo dai soli reperti fossili, gli ultimi studi suggeriscono che avvenne in maniera relativamente rapida.
Tra le varie ipotesi sulla scomparsa dei dinosauri, le più note sono quella che la attribuisce alla caduta di un meteorite e quella di una violenta eruzione vulcanica. Tuttavia alcuni studiosi ritengono che i dinosauri si siano potuti estinguere a causa di una malattia mortale trasmessa dagli artropodi; altri sostengono che i mammiferi abbiano preso a mangiarne le uova impedendo il proseguimento della loro specie. In realtà, qualsiasi sia la causa, una concomitanza di fattori aveva avviato il processo da tempo: un lento abbassamento della temperatura, il mutamento del livello del mare, nonché il cambiamento della vegetazione.
Alla scomparsa dei rettili, iniziarono la loro esplosiva evoluzione i mammiferi, che si dimostrarono capaci di adattarsi molto velocemente alla nuova situazione ambientale.