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02 storia

L’uomo dalla stazione eretta

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 L’uomo dalla stazione eretta

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Le prove della nostra evoluzione sono i reperti fossili.
Dalla conformazione e dalle dimensioni di un cranio, ad esempio, è possibile ricavare le dimensioni del cervello ed elaborare al computer ricostruzioni del volto e dei tratti somatici. Inoltre ossa come le parietali e l’occipitale forniscono preziose informazioni sullo sviluppo delle aree associative e quindi sul grado di intelligenza. Analogamente, dai denti si può dedurre il tipo di alimenti che venivano ingeriti e le ossa del bacino ci forniscono informazioni sulla postura (ossia sulla posizione) e sull’andatura.

 

 

Il più antico progenitore dell’uomo è il ramapiteco, i cui resti sono stati trovati sia in Africa che in India e risalgono a 10-15 milioni di anni fa.

 

 

Si tratta di un essere di piccole dimensioni. Nella galleria dei nostri antenati, dopo il ramapiteco c’è un vuoto di diversi milioni di anni, un periodo oscuro da cui non ci è ancora giunto nessun messaggio. Quasi per compensazione, il periodo successivo è invece molto ricco di fossili che presentano una grande varietà. Gli scienziati li stanno studiando in maniera approfondita per cercare di stabilire la loro successione, il loro grado di parentela, e in definitiva il nostro albero genealogico. Il fossile più famoso di questo periodo, rinvenuto nel 1974 in Etiopia, è lo scheletro quasi completo e ben conservato di una giovane donna alta 120 centimetri, del peso di circa 25 chili, con un cranio piccolo e una dentatura più vicina a quella umana che a quella di qualsiasi scimmia. La cosa più straordinaria è che Lucy (così è stata battezzata dai suoi scopritori) aveva sicuramente la stazione eretta e camminava permanentemente su due gambe, anche se probabilmente si arrampicava molto bene sugli alberi.

Questo fossile, risalente a circa 3,2 milioni di anni fa, è stato classificato come Australopithecus afarensis e si ritiene che si tratti della specie più arcaica di una famiglia vissuta in Africa per più di due milioni di anni e che ha lasciato numerosi resti fossili in un ampio territorio che va dalle regioni di nordest al Sudafrica (il nome australopiteco significa appunto scimmia delle regioni australi).