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Rivoluzione cubana

Con questa definizione si indica quella rivoluzione che scosse le fondamenta politiche, sociali ed economiche dell’isola caraibica…

Con questa definizione si indica quella rivoluzione che scosse le fondamenta politiche, sociali ed economiche dell’isola caraibica nella seconda metà degli anni Cinquanta, ma le cui premesse storiche affondano almeno nel decennio precedente.

Nel 1940 un’assemblea costituente promulgò una nuova costituzione e in estate Fulgencio Batista salì alla presidenza come candidato di una coalizione socialista democratica. Nel dicembre 1941 Cuba dichiarò guerra alle potenze dell’Asse. Nel 1944, non essendosi Batista ripresentato alle elezioni, l’intellettuale Ramón Grau San Martín fu eletto presidente. A lui successe, nel 1948, Carlos Prio Socarrás.
L’opposizione si organizzò nel Partido del pueblo finché, sfruttando il malcontento diffuso nel paese per la corruzione dilagante, Batista riuscì a riconquistare di nuovo il potere con un colpo di stato (1952) e a instaurare una crudele dittatura. Ebbe allora inizio sulle montagne della Sierra Maestra un duro movimento rivoluzionario capeggiato da Fidel Castro, i cui uomini – tra i quali spiccavano l’argentino Che Guevara e Camilo Cienfuegos – vennero chiamati «barbudos» per l’abitudine di lasciarsi crescere folte barbe. Il moto trovò subito larga base nei contadini e divenne ben presto irrefrenabile.

Nel novembre 1958 Batista cercò di salvarsi indicendo le elezioni, le quali, nonostante le forti manipolazioni governative, segnarono una fortissima astensione (60%) e registrarono la sconfitta del candidato governativo. Batista fuggì allora negli Stati Uniti, mentre il primo gennaio 1959 Castro e i suoi uomini entravano nella capitale L’Avana.
Il nuovo governo cominciò una politica di profonde riforme (riforma agraria, lotta contro l’analfabetismo, la disoccupazione e la proprietà privata delle abitazioni, pianificazione industriale anche per le campagne, eliminazione delle proprietà latifondistiche e straniere, soprattutto degli Usa ecc.) che hanno conferito alla repubblica cubana un carattere popolare e socialista e le hanno assicurato l’appoggio di vari stati dell’America centro-meridionale. Dopo alcune misure ostili adottate dagli Usa (rottura delle relazioni diplomatiche, embargo economico, sequestro delle riserve auree cubane ecc.), nell’aprile 1961 una spedizione militare capeggiata da esuli anticastristi con l’appoggio statunitense tentò di sbarcare nell’isola, ma venne respinta.
Nell’ottobre 1962 una seconda grave crisi cubana venne provocata dall’installazione di basi missilistiche nell’isola, a opera di tecnici sovietici, e dalla reazione statunitense, culminata nel blocco navale dell’isola. Tali avvenimenti parvero per un momento minacciare la pace mondiale, ma il successivo smantellamento delle basi e l’impegno statunitense a rispettare l’indipendenza di Cuba posero termine alla delicatissima situazione.