Il termine designa la scienza dei significati…
Il termine, introdotto nel 1883 da Michel Bréal, designa la scienza dei significati e le leggi che regolano il cambiamento dei significati. Nella semantica linguistica si distinguono una semantica generale (studio delle leggi dei significati, della forma e delle cause dei cambiamenti di significato, che costituisce parte della semiotica) e una semantica applicata (per esempio, la semantica dell’italiano), che può essere analitica e strutturale, statica (sincronica) o storica (diacronica). La semantica storica è in stretta connessione con lo studio dell’etimologia. Ogni parola ha un senso di base, generico, e un senso contestuale, che ne precisa il valore semantico; pertanto, accanto alla semantica della parola, c’è una semantica del sintagma e una semantica della frase.
La semantica si sviluppa dapprima come scienza storica, impegnata nell’analisi dei processi evolutivi di una lingua. Per esempio, J. Trier, partendo dall’idea che i nostri concetti coprono tutto il campo del reale senza lasciare vuoti e senza sovrapporsi, ha dimostrato che ogni mutamento nel valore di un concetto comporta una modificazione nel valore dei concetti vicini e, di conseguenza, delle parole che li esprimono. P. Guiraud ha mostrato l’utilità di collocare la parola nel sistema di cui fa parte, confrontandola cioè con l’insieme delle forme e dei significati che costituiscono il suo campo morfo‑semantico.
L’applicazione alla semantica della teoria strutturalista di Ferdinand de Saussure ha aperto nuove prospettive d’indagine: è nata una semantica strutturale. Secondo questo approccio, il rapporto tra le parole e gli oggetti che esse designano è arbitrario, tanto è vero che gli stessi oggetti si chiamano in modi diversi nelle varie lingue e che i nomi cambiano nel tempo. Inoltre, per la semantica strutturalista la lingua non è solo un repertorio di parole, ma un sistema molto più complesso: non esiste un rapporto diretto tra un oggetto, un fatto, un fenomeno e la sua enunciazione linguistica (per esempio, tra la pioggia che cade e il dire «sta piovendo»), ma il rapporto passa attraverso il filtro rappresentato dal pensiero di chi utilizza la lingua, dunque l’enunciazione linguistica è condizionata dalla cultura, dalla psicologia, dal momento storico della comunità linguistica a cui ci si riferisce.