Città greca del Peloponneso…
Città greca (v. Grecia) del Peloponneso, Sparta nacque intorno al X secolo a.C. dall’insediamento di elementi dorici provenienti dall’Argolide. Questi si stanziarono dapprima sul colle di Terapne (che si chiamava allora Lacedemone, nome che nell’antichità venne spesso utilizzato per indicare l’intera città), poi scesero ad abitare nella sottostante pianura, da cui sembra che la città derivi il suo nome più comune.
I dori, che si erano insediati da conquistatori nel paese, allargarono gradualmente i loro domini assoggettando dapprima a sud la valle dell’Eurota fino al mare e poi (VIII e VII secolo) a ovest la Messenia. Non riuscì invece la conquista delle terre a nord, validamente contese da Tegea e da Argo, e ciò diede l’avvio a una nuova politica intesa a stabilire non più domini diretti, ma un predominio indiretto attraverso una confederazione di stati sotto la direzione di Sparta.
La confederazione prese il nome di Lega peloponnesiaca. Quest’organismo contribuì molto a cementare le forze dei greci per resistere all’invasione dei persiani e fu sempre la lega che, alla fine del V secolo, sbarrò il passo all’intraprendenza ateniese. Ma debellato l’imperialismo di Atene, Sparta, per volerne prendere il posto, imboccò una politica che la privò delle simpatie degli alleati e la ridusse all’isolamento. Infatti, gli ordinamenti costituzionali spartani e le connesse strutture sociali ed economiche erano tali da impedire che la città potesse colmare le file dei cittadini caduti nelle continue guerre: così Sparta andò incontro al declino.
Battuta dai tebani a Leuttra, ridotta da Filippo di Macedonia al possesso della sola Laconia, Sparta dovette subire anche gravi squilibri sociali, cui invano nel III secolo a.C. i re Agide IV e Cleomene III tentarono di porre riparo con le loro riforme. E quando alla metà del II secolo la Grecia cadde in mano ai romani, Sparta non era che una delle tante cittadine della nuova provincia.
Sparta rimane famosa anche per la sua costituzione. Considerata dagli antichi come opera del legislatore Licurgo, la costituzione spartana è in realtà il prodotto di un lungo processo evolutivo che si arresta tra il VII e VI secolo a.C. e che conosciamo soprattutto attraverso lo scritto che le dedica Senofonte. Secondo tale costituzione, cittadini di pieno diritto sono soltanto i discendenti degli antichi conquistatori, a condizione che continuino ad addestrarsi alle armi e a condizione di conservare ciascuno un lotto di terra da cui trarre i mezzi di sussistenza. Espressione di questa classe dominante erano i due re che governavano contemporaneamente lo stato, la gerusia di 30 membri e il collegio degli efori. Il cristallizzarsi di simili ordinamenti militareschi condusse al soffocamento, a Sparta, di ogni forma di arte e di pensiero.