Scopri, impara e cresci

Televisione

Sistema di trasmissione a distanza delle immagini mediante onde elettromagnetiche (v. elettromagnetismo).

Sistema di trasmissione a distanza delle immagini mediante onde elettromagnetiche (v. elettromagnetismo).

La possibilità di riprodurre le immagini e di trasmetterle a distanza è stata intuita per la prima volta in seguito alla scoperta dell’effetto fotoelettrico, provato sperimentalmente sul selenio nel 1873. Questo effetto permette infatti di trasformare gli impulsi luminosi in impulsi elettrici ed è ancora oggi alla base del funzionamento dei sistemi televisivi.
I primi metodi pratici di riproduzione e trasmissione di immagini si sono valsi di tecniche meccaniche per consentire il sincronismo fra emissione e ricezione; una tecnica di questo tipo è stata ideata fin dal 1884 dal tedesco P. Nipkow e realizzata a livello sperimentale solo molto più tardi, nel 1926, ad opera dello scozzese J. L. Baird; questo stesso metodo è alla base delle prime trasmissioni regolari iniziate nel 1929 a Londra. Si tratta comunque di tecniche molto primitive rispetto a quelle utilizzate per la televisione attuale.
In effetti fin dal 1907 il fisico russo B. Rosing aveva proposto il metodo del sincronismo che utilizza un fascio catodico per l’esplorazione dell’immagine; tecnica applicata nel 1934 da V.K. Zworykin nel suo tubo iconoscopico, che segna l’inizio della televisione elettronica vera e propria. Le prime trasmissioni regolari utilizzanti questo metodo sono state effettuate a Londra nel 1936.
Ancora oggi il principio di funzionamento della televisione è il medesimo; una telecamera traduce le immagini in segnali elettrici che, modulando un segnale portante, sono trasmessi per mezzo di onde elettromagnetiche agli apparecchi riceventi, i televisori, nei quali comandano dei fasci catodici che riproducono l’immagine su uno schermo sensibile.
I particolari della tecnica televisiva sono in continua evoluzione e una descrizione dettagliata dei metodi utilizzati attualmente sarebbe superata nel giro di pochi anni. Generalmente e comunemente a tutti gli standard televisivi adottati nel mondo i segnali trasmessi da telecamera a televisore sono di tre tipi: segnale video, segnale di sincronismo e segnale audio.
Il primo differenziava in modo determinante le trasmissioni in bianco e nero  da quelle a colori (in queste il segnale video è molto più complesso); il secondo sostituisce i primi apparati meccanici e ha la funzione di sincronizzare lo spostamento del pennello elettronico del televisore con quello della telecamera; il segnale audio, infine, è analogo a quello trasmesso dagli apparecchi radiofonici (v. radio), ma deve essere sincronizzato con il segnale video e quindi riprodotto in simultanea o in sottofondo. Per quel che riguarda i parametri principali di trasmissione, questi variano a seconda dello standard adottato nei vari paesi.
Negli Stati Uniti sono trasmesse 30 immagini al secondo e in Europa 25 per un totale di 60 quadri al secondo nel primo caso e 50 al secondo nell’altro (ogni immagine è riprodotta dalla sovrapposizione di due quadri). Anche il numero il numero di righe controllato in ogni secondo dal pennello elettronico è variabile ed è pari a 525 negli Stati Uniti, 625 in Italia e nell’Europa tranne che in Inghilterra e in Francia dove è rispettivamente 405 e 819.
La larghezza di banda del segnale video è proporzionale al quadrato del numero di righe e in Italia è di 5MHz; per ottenere una buona riproduzione di tale banda senza eccessivi problemi è necessario che le frequenze portanti impiegate siano nella banda VHF, e precisamente oltre i 100 MHz.
Dato che tali frequenze si propagano in maniera pressoché rettilinea, per coprire tutto il territorio nazionale è necessario ricorrere a più trasmettitori che, per evitare interferenze fra zone contigue, devono lavorare su frequenze diverse, occupando così vari canali di circa 5 MHz in banda Vhf, fino a circa 230 MHz. L’introduzione in Italia del secondo canale televisivo prima e delle emittenti private in seguito, ha reso necessario l’impiego di frequenze più elevate, nella banda Uhf (da 300 MHz a 3000 MHz), e il conseguente adeguamento dei sistemi d’antenna.

Attualmente è possibile ricevere fino a 99 canali televisivi differenti su altrettante frequenze portanti.

La televisione è terrestre se diffusa attraverso onde radio emesse da trasmettitori posti sulla superficie terrestre; satellitare se il metodo di trasmissione utilizza onde radio emesse da trasmettitori posti su satelliti per telecomunicazioni.

Quando l’informazione elettronica è rappresentata in forma analogica, siamo in presenza della televisione analogica, viceversa se l’informazione è rappresentata in digitale siamo in presenza della televisione digitale (v. analogico e digitale). In realtà, però, tutto questo riguarda in maniera esclusiva soltanto le immagini, perché anche se in presenza di immagini rappresentate in forma analogica, le altre componenti (ad esempio il suono, possono essere in digitale).

Possiamo distinguere per la televisione terrestre, per la televisione via cavo e per la televisione satellitare tra televisione analogica terrestre e televisione digitale terrestre, televisione analogica via cavo e televisione digitale via cavo, televisione analogica satellitare e televisione digitale satellitare. Considerato che la televisione digitale consente servizi e funzionalità quasi illimitati, si sta progressivamente attuando il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale.