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Teologia

Disciplina che tratta tutte le cose che riguardano la divinità in se stessa e le sue relazioni con le creature

Disciplina che tratta tutte le cose che riguardano la divinità in se stessa e le sue relazioni con le creature, alla luce della rivelazione divina (teologia sacra) e della ragione umana. La teologia presuppone la religione e la fede. Inizialmente il termine fu visto con diffidenza, perché si riferiva alla concezione pagana (v. paganesimo) della divinità, ma una volta che la teologia cristiana (v. cristianesimo) si rese autonoma dal sistema pagano comparvero il De theologia ecclesiastica di Eusebio e il De mystica theologia dello Pseudo Dionigi.
In seguito, il termine passò a significare propriamente la dottrina trinitaria, mentre per quella cristologica (v. Cristo) si usava il termine «economia» utilizzato già da san Paolo.
Fu solo nel XIII secolo che il termine teologia significò, come oggi, la dottrina sulla divinità e tutta la rivelazione. Pertanto è duplice il suo oggetto materiale: primario (essenza e attributi di Dio) e secondario (tutto il creato). Dio è considerato non filosoficamente (v. filosofia), cioè come causa prima dell’uomo, bensì nella sua vita intima (cosa che supera ogni concezione razionale) alla luce della rivelazione (e in tal senso postula la fede).
Fondamento e norma prossima della fede è il magistero ecclesiastico che, raccogliendo, approfondendo e tramandando i dati della rivelazione, costituisce la teologia positiva, la quale a sua volta costituisce la premessa indispensabile per la teologia speculativa. Benché speculativa, la teologia non disdegna la filosofia, anzi se ne serve specialmente per illustrare certe verità, quali l’esistenza di Dio, senza mancare mai di presupporre la fede, in quanto il suo ambito rimane chiuso nella rivelazione divina. Di particolare interesse sono la teologia positiva e quella biblica (v. Bibbia), sviluppatesi già nell’Ottocento, che hanno rinnovato i contenuti e il metodo dell’insegnamento teologico contemporaneo.
È merito del metodo positivo se, anche fra teologi di confessioni diverse, si è passati dalla polemica o dalla semplice apologetica alla collaborazione che oggi rende possibile il dialogo ecumenico.