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Terra: un pianeta per la vita

Nel Sistema Solare, la Terra è un pianeta del tutto speciale, dove nel corso dei millenni si sono verificate condizioni eccezionali che hanno consentito la nascita della vita.

Nel Sistema Solare, la Terra è un pianeta del tutto speciale, un luogo privilegiato, dove nel corso dei millenni si sono verificate condizioni eccezionali che hanno consentito un miracolo, (forse unico nell’Universo?): la nascita della vita.

Da ormai circa 3 miliardi e mezzo di anni, da quando la vita ha iniziato a diffondersi sulla Terra, tutta la superficie del pianeta, ad eccezione di alcuni ambienti limite, è stata popolata da organismi che vivono e si riproducono, che, modificando le loro stesse condizioni di vita, hanno creato le premesse per lo sviluppo di nuove forme di vita. Per comprendere come e perché ebbero origine gli esseri viventi, bisogna considerare alcune circostanze favorevoli. Dopo la formazione degli oceani e dell’atmosfera primordiale, la Terra era avvolta da una miscela di composti gassosi semplici (vapore acqueo, idrogeno, ammoniaca e metano); nella stratosfera non esisteva ancora la fascia di ozono, che oggi fa da schermo alle radiazioni solari ultraviolette, e proprio per l’energia dei raggi ultravioletti si formarono i primi prodotti organici (amminoacidi, urea e carboidrati); dal momento che non esistevano organismi viventi né ossigeno per ossidarli, questi composti organici non venivano consumati, anzi, continuando ad aggregarsi, formarono macromolecole sempre più complesse, sino ad acquisire la  straordinaria capacità di riprodursi.

Nacquero così le prime forma di vita: dapprima organismi unicellulari eterotrofi (cioè senza clorofilla) poi anche autotrofi, capaci di compiere la fotosintesi clorofilliana, cioè capaci di costruire sostanza organica a partire, acqua, anidride carbonica e sali minerali con l’aiuto della luce solare. In maniera semplice possiamo dire che da queste due  ifferenti strategie di base (eterotrofia e autotrofia) pian piano si differenziarono rispettivamente agli animali e alle piante.

La presenza di questi esseri viventi determinò a lungo andare una trasformazione radicale dell’atmosfera: aumentava da un lato la presenza di anidride carbonica (risultato della respirazione e della fermentazione) e dall’altro l’ossigeno (prodotto dalla fotosintesi); si venne così a formare uno strato di ozono che non lasciava più passare le radiazioni ultraviolette, mentre l’ossigeno libero ossidava gran parte delle molecole organiche libere.

Senza raggi ultravioletti e con molte sostanze organiche ossidate non fu più possibile la creazione della vita dal mondo inorganico, e così le successive forme di vita si formarono solo attraverso la riproduzione biologica, attraverso meccanismi evolutivi quali la mutazione genetica e la selezione naturale.

Il concetto di evoluzione  indica lo sviluppo graduale di un determinato evento, in particolare il passaggio degli organismi viventi da forme inferiori, semplici,  a forme superiori, sempre più  complesse: gli esseri viventi non sono dunque stati sempre uguali a quelli che oggi ci circondano, ma si sono trasformati, «si sono evoluti» nel corso delle diverse ere geologiche (animali che oggi vivono, 300 milioni di anni fa non esistevano neppure, e viceversa altri animali, per esempio i dinosauri, sono totalmente scomparsi).

Senza i fenomeni di evoluzione, competizione, migrazione ed estinzione, la vita sulla Terra oggi sarebbe molto diversa. Altri due fattori sono stati determinanti  per la fisionomia della vita sulla terra: da un lato la forma e le dimensioni delle terre emerse nel passato, dall’altro i collegamenti o l’isolamento delle masse continentali tra di loro; in altre parola la cosiddetta deriva dei continenti, quel grande fenomeno naturale che da un’unica grande massa terrestre, emersa dall’acqua, ha portato alla creazione dei continenti così come noi li conosciamo oggi.