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Terzo mondo

La nozione di Terzo Mondo, correlata a due fenomeni del Novecento…

La nozione di Terzo Mondo, correlata a due fenomeni del Novecento (decolonizzazione e creazione dei due blocchi contrapposti dell’Occidente capitalista e dell’Oriente comunista risultanti dalla guerra fredda), sta a indicare le nuove nazioni sorte dalla decolonizzazione dell’Africa, dell’Asia e, in parte minore, dell’America Latina che non si riconoscono nei due blocchi sovietico (v. Urss, Unione delle repubbliche socialiste sovietiche) e americano.
Il termine Terzo Mondo viene, infatti, coniato dall’economista francese Alfred Sauvy agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento per identificare i paesi non allineati che non si riconoscevano nei due blocchi, e si definivano piuttosto come Sud del mondo (ossia l’insieme dei paesi poveri e non industrializzati) contrapponendosi al Nord del mondo (ossia l’insieme dei paesi ricchi e industrializzati − v. industrializzazione).
I paesi del Terzo Mondo risultano scarsamente o per nulla sviluppati dal punto di vista capitalistico, pur avendo a disposizione materie prime e risorse energetiche (ad esempio il petrolio), cosa che li distanzia dal cosiddetto Quarto Mondo (nozione recente e generica che raggruppa i paesi in assoluto più poveri del pianeta).

La volontà delle ex colonie africane e asiatiche di compattarsi in uno schieramento nuovo, terzomondista appunto, con una propria economia e un modello socio-culturale svincolato da quello coloniale, si esprime fin dal 1955 nella conferenza internazionale di Bandung, in Indonesia, per poi consolidarsi all’interno di successive conferenze mondiali a Belgrado (1961) e ad Algeri (1973).
Le delegazioni dei paesi del Terzo Mondo, nel corso degli anni Sessanta e Settanta, aumentarono numericamente anche in seno alle assemblee dell’Onu; le linee politiche in cui lo schieramento terzomondista si riconosceva maggiormente erano il neutralismo, ma anche un crescente spirito di emancipazione dal neocolonialismo e dallo sfruttamento capitalista. Per questo, anche nelle società più ricche del Nord, l’ideologia terzomondista inizierà a sensibilizzare le masse, soprattutto giovanili e operaie, che si riconoscevano nella ventata rivoluzionaria di tali rivendicazioni.