Sono migliaia le forme animali che popolano il nostro pianeta. Anzi, per essere esatti, sono oltre un milione le specie animali oggi conosciute, e sicuramente ne esistono altri milioni tuttora da scoprire e da descrivere.
Sono migliaia le forme animali che popolano il nostro pianeta. Anzi, per essere esatti, sono oltre un milione le specie animali oggi conosciute, e sicuramente ne esistono altri milioni tuttora da scoprire e da descrivere.
Osservando gli ambienti terrestri ci accorgiamo che anche quelli apparentemente più ostili presentano forme di vita animale: le grotte più profonde, gli abissi marini, i ghiacciai, i deserti sono abitati da una varietà di individui con strutture fisiche e comportamenti tali da permettere loro di vivere anche in condizioni difficilissime.
Quando parliamo di animali…
Lo abbiamo già detto parlando dei regni della vita, ma è bene ricordare cosa intendiamo quando parliamo di animali. Ora che conosciamo bene cos’è una pianta, possiamo fare dei confronti più precisi e comprendere meglio: a differenza dei vegetali, gli animali non sanno sfruttare l’energia solare per fabbricarsi da soli il cibo.
La differenza fondamentale è dunque in quel processo meraviglioso e fondamentale per la vita sulla Terra che è la fotosintesi clorofilliana, attraverso il quale le piante «trasformano» materie inorganiche in organiche, cioè in sostanze indispensabili alla sopravvivenza. Gli animali, invece, che non hanno la clorofilla, non possono svolgere la fotosintesi e quindi non possono fabbricarsi da soli il cibo: sono quindi eterotrofi, mentre le piante sono autotrofe.
Come i vegetali, anche gli animali sono esseri pluricellulari formati da cellule eucariotiche organizzate in tessuti specializzati (a loro volta costituiscono organi e apparati), ma l’esigenza di procurarsi il cibo all’esterno li ha portati a sviluppare strutture fisiche che permettono loro di spostarsi, cacciare e digerire!
Uguali e diversi
L’incapacità di fabbricarsi il cibo e lo sviluppo di apparati per il movimento (camminare, correre, volare, strisciare, saltare ecc.) e per il suo controllo, ossia per interpretare e rispondere agli stimoli del mondo esterno, sono quindi caratteristiche specifiche del mondo animale, rendono cioè un essere vivente un animale, piuttosto che una pianta o un fungo! In altre parole, un orso, un’ape e un lombrico – che pure sono così diversi! – sono tutti e tre animali perché rispondono alle necessità legate alla sopravvivenza in maniera tale da poter essere accomunati e distinti da un albero o da un filo d’erba.
Molteplicità di forme
Tuttavia l’adattamento a condizioni e necessità particolari ha portato il mondo animale a una varietà di specie, forme e abitudini ben maggiore di quello presente nel mondo delle piante. Per gestire questa complessità gli scienziati classificano gli animali sulla base del cibo, sulla struttura del corpo e sul modo di svolgere le funzioni vitali, cioè su quegli elementi che consentono all’individuo di sopravvivere e di far sopravvivere anche la propria specie.
Vedremo questi aspetti uno per uno, senza mai dimenticare che funzionano come insiemi e sottoinsiemi: ogni gruppo permette di averne, al suo interno, altri più piccoli, sempre più specifici.
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