Vediamo per fasi la datazione paleomagnetica di un campione di roccia durante una ricerca a scopo didattico nella stazione McMurdo, in Antartide.
Vediamo per fasi la datazione paleomagnetica di un campione di roccia durante una ricerca a scopo didattico nella stazione McMurdo, in Antartide.
Per prima cosa il ricercatore svolge un’ispezione accurata della carota, campione cilindrico di roccia, prelevata e segnala le zone interessanti da campionare, in genere sedimenti fini, poi preleva in quella stessa zona un cilindretto di 2 cm di diametro. In queste fasi si presta la massima attenzione a indicare sempre la direzione in cui si trova l’«alto», sia sulla carota sia sul campione prelevato, per poter conoscere la direzione attuale del campo magnetico e poterla confrontare con la direzione di magnetizzazione che la roccia rivela in seguito alle analisi.
Le analisi che si conducono sul campo, cioè nel laboratorio di McMurdo, riguardano alcuni parametri importanti come la suscettività magnetica, che è la capacità del campione di magnetizzarsi, la direzione di magnetizzazione e l’intensità della magnetizzazione naturale, e permettono di avere alcune importanti informazioni utili per la continuazione della perforazione, soprattutto ai fini della datazione, mentre quelle successive consentiranno di acquisire tutti i dati e le informazioni paleomagnetiche possibili.
In un secondo momento, infatti, presso i laboratori dei vari enti di ricerca che partecipano al progetto, situati in varie nazioni, vengono fatte le stesse analisi ma in maniera molto più accurata e con strumentazione sofisticatissima. I campioni vengono analizzati tramite due strumenti: il magnetometro spinner, che serve a determinare direzione e intensità della magnetizzazione, e il suscettivimetro, che determina la suscettività magnetica.
Analizzando le misure paleomagnetiche e confrontandole con una scala di riferimento della polarità geomagnetiche, si risolvere il problema della datazione: nel caso specifico, il risultato è che nel punto in cui è stato prelevato il campione, attorno agli 80 m di profondità, le rocce risalgono a circa un milione di anni fa. L’ipotesi è poi confermata da ulteriori osservazioni emerse dagli studi delle altre discipline, e comunque sarà oggetto di ulteriori e continue verifiche future.
Al termine delle analisi i campioni vengono conservati in un contenitore fatto di una lega speciale, operazione che ha lo scopo di proteggere i campioni dai campi magnetici esterni a cui potrebbero essere esposti durante il trasporto e che potrebbero alterare le loro proprietà magnetiche naturali.