Compositore e violinista italiano (Venezia, 1678 – Vienna, 1741).
Compositore e violinista italiano (Venezia, 1678 – Vienna, 1741).
L’abate Vivaldi, soprannominato «il prete rosso» per il colore dei suoi capelli, scrisse circa 600 composizioni strumentali (sinfonie, concerti e sonate), 47 opere teatrali, 4 oratori, circa 60 composizioni sacre o religiose, nonché altra musica da camera: fu quindi un compositore fecondo che seppe dare un nuovo indirizzo alla musica strumentale italiana e straniera.
Da bambino non godette di una buona salute, tanto è vero che gli si riconobbe una malattia non bene accertata. Forse proprio per la denunciata malattia, i genitori vollero che Antonio abbracciasse la carriera ecclesiastica. Vivaldi fu addestrato dal padre alla musica, in particolare alla conoscenza del violino e, per i suoi progressi, venne ammesso nell’orchestra della cappella ducale. Nel 1705 l’editore Sala pubblicava le Sonate da camera a tre, ideate sul modello corelliano.
Quattro anni dopo, nel 1709, venne alla luce, per le edizioni Bartoli, l’opera 2 Sonate a violino e basso per il cembalo. Ormai il musicista si andava affermando validamente all’estero, dove più chiaramente si riconosceva la sua genialità. In base a tutto ciò, anche gli italiani lo guardarono con occhio più attento. Il compositore non mirava soltanto alla musica strumentale, ma era anche attratto dal teatro nel quale debuttò (1713) a Vicenza, con l’Ottone in villa su libretto di Domenico Lalli. A breve distanza seguirono l’Orlando finto pazzo (1714), che venne più volte riveduto, Nerone fatto Cesare (1715) seguito, l’anno dopo, da La costanza trionfante degli amori e degli odii e dall’Arsilda regina di Ponto, andata in scena nel 1716.
Nel 1720, furono pubblicate dal Le Cene, ad Amsterdam, le composizioni col titolo La cetra. Certamente il compositore s’impose sempre più nella sua città, nel 1735, gli venne riconosciuto il titolo di maestro dei concerti. Nel 1740, volendo lasciare l’Italia, offrì all’Ospitale della Pietà l’acquisto di vari suoi inediti, ma la proposta venne accolta soltanto in modo limitato. Fu così che buona parte della sua musica andò dispersa. Vivaldi passò a Vienna, mentre troviamo poi parte della sua compagnia teatrale a Graz, interprete, sempre, delle sue opere. Morì povero nella capitale austriaca.
La maggiore importanza di Vivaldi sta racchiusa nelle sue composizioni per orchestra. Indiscutibile che la sua attività di operista sia da tenere ben presente come quella di creatore di lavori sacri o religiosi, ma la musica orchestrale fu il maggior punto di mira dell’artista. Scrisse una trentina di opere teatrali, sinfonie, sonate a tre e innumerevoli concerti, si ricordano quelli del ciclo delle Quattro Stagioni, dell’Estro armonico, del Cimento dell’armonia e dell’Invenzione: tutto materiale che, pervenuto manoscritto, è stato riportato alla luce in questi ultimi decenni. Da rammentare sono anche le composizioni per più strumenti, archi e basso continuo, che sono soltanto cinque, compreso il Concerto per violino principale ed altro violino per eco in lontano, poi sono da aggiungere i concerti per strumenti vari, archi e basso continuo, tra i quali sono compresi quello Per la solennità di san Lorenzo, Il Proteo o il mondo al rovescio, il Concerto funebre. Queste musiche presentano una grande varietà ispirativa che evidenziano la varietà strumentale e timbrica (v. timbro) usata dal Vivaldi, il quale, pur insistendo su alcuni ritmi, amò presentarsi sempre sotto nuovi imprevedibili aspetti.