Tema e Rema
Cosa avviene nella comunicazione linguistica? Solitamente si parte dal noto per giungere al nuovo. Questo vuol dire che si comunica prima al destinatario l’elemento conosciuto, e poi l’informazione nuova. Per questo la linguistica individua sostanzialmente due parti: {tip TEMA~REMA. “Di notte / tutti i gatti sono grigi”. Doppia componente semantico-sintattica reperibile sempre in qualsiasi enunciato: il tema è ciò di cui si parla, l’argomento del discorso, il rema il giudizio che si dà sul tema. In questo senso nell’opposizione t. ~ r. (o con terminologia inglese topic comment), si è voluta riconoscere quella fra dato ~ nuovo, nel senso che si deve assumere come già noto ciò di cui si parla (= già dato), mentre quello che si dice rappresenterebbe l’informazione nuova che si vuole trasmettere. Da un punto di vista sintattico il t. coincide per lo più con il soggetto grammaticale della frase, ed il r. con il predicato: questa struttura rappresenta tuttavia solo la forma “normale”, cioè non marcata della predicazione. In frasi come: a Palermo / sono andato una volta sola, oppure di notte / la temperatura si abbassa si può riconoscere l’elemento tematico in forme sintatticamente non coincidenti col soggetto. Normalmente il t. occupa la parte iniziale di un enunciato, nella quale tendono ad essere spostati degli elementi che si vogliono mettere in evidenza (effetto di topicalizzazione: es. è un’ora / che ti aspetto).}tema e rema{/tip}. Conosciamoli insieme.
RICORDA
Tema è la parte si presuppone essere nota ai parlanti ed è appunto l’argomento del quale la frase dice qualcosa.
Rema, invece, rappresenta un’informazione nuova relativa al Tema, ovvero un’informazione che chi compone la frase comunica a chi la frase la riceve.
Questo modo di vedere la frase mette maggiormente in risalto il valore comunicativo della frase:
TEMA |
REMA |
Il calcio |
piace molto a Chiara |
ELEMENTO NOTO |
INFORMAZIONE NUOVA |
Ciò vuol dire che l’elemento noto, ovvero conosciuto è “il calcio” (tema), e “piace molto a Chiara” è l’informazione che l’interlocutore non sa (rema).
Il Predicato
Il predicato è un importantissimo elemento della frase. Esso esprime ciò che si vuole dire relativamente al Soggetto. È composto da un verbo, talvolta da un avverbio, e da una serie di altre parole, ovvero dal predicato verbale e da tutti i relativi complementi.
Leggiamo il seguente esempio:
SOGGETTO |
PREDICATO |
Mia cugina Sara |
ieri ha fatto un compito in classe difficilissimo |
Il predicato nominale
Il Predicato Verbale è l’elemento che dice cosa succede! È così importante che una frase può essere costituita solo dal Predicato verbale. Leggi i seguenti esempi:
PREDICATO VERBALE |
Dormo |
PREDICATO VERBALE |
Mangia! |
PREDICATO VERBALE |
Piove… |
Ma attenzione: un Predicato Verbale può fare a meno del Soggetto solo nel caso in cui si tratta di un verbo impersonale, come appunto piove, o se il Soggetto è la prima o la seconda persona singolare o plurale (io, tu, noi o voi). In questi casi il Soggetto può essere, infatti, sottinteso.
Alcuni Predicati Verbali, come quelli che abbiamo usato negli esempi, possono stare anche da soli con il loro Soggetto, espresso o inespresso. Ma questo concetto non vale per tutti i Predicati Verbali. Infatti, oltre al Soggetto, alcuni verbi hanno bisogno di un gruppo nominale subito dopo. Per esempio, questa frase non sta in piedi:
SOGGETTO |
PREDICATO |
Giacomo |
ha fatto |
Questa frase è incompleta in quanto non ha senso. Perciò il Predicato Verbale deve essere accompagnato e seguito da un Complemento Oggetto. Leggiamo il seguente esempio:
SOGGETTO |
PREDICATO |
COMPLEMENTO |
Giacomo |
ha fatto |
un dolce |
Il Predicato Nominale
Il Predicato Nominale esprime le proprietà dei soggetti di cui parliamo. Possono essere proprietà fisiche o morali, oppure stati d’animo.
Ecco qualche esempio:
SOGGETTO |
PREDICATO |
Federica |
è una scrittrice |
I suoi quadri |
sono meravigliosi |
RICORDA
Come avrai notato, il predicato nominale è costituito da una voce del verbo essere unita a un aggettivo o a un nome che riferiscono una qualità, una caratteristica o un modo di essere del soggetto.
La Copula e il predicato nominale
Come vedremo, in analisi logica, il verbo essere è chiamato copula. Esso unisce il soggetto con la qualità ad esso attribuita. Copula vuole dire unione, perché serve, appunto, ad unire il Soggetto con le proprietà che gli stiamo assegnando: non descrive quanto succede, non “predica” nulla, l’elemento informativo sta tutto nelle parole che seguono la copula, e che, queste sì, “predicano” qualcosa. Infatti gli elementi che seguono immediatamente il verbo si chiamano Nome del Predicato. Invece Copula e Nome del Predicato insieme si chiamano Predicato Nominale:
SOGGETTO |
PREDICATO |
|
COPULA |
NOME DEL |
|
(io) |
sono |
triste |
Michela |
è |
una ragazza bassa e bionda |
Soggetto sottinteso
Tieni presente che il Tema, ovvero quello di cui si dice qualcosa, specialmente se si tratta di un pronome personale della prima o della seconda persona singolare o plurale, cioè io, tu, noi, voi, può essere sottinteso, come in questo esempio:
SOGGETTO |
PREDICATO |
(io) |
ieri ho fatto un duro allenamento |
Anche una frase semplicissima, composta di una sola parola (un verbo non impersonale), è composta da Tema e Rema. Leggiamo il seguente esempio
TEMA |
REMA |
(io) |
arrivo! |
(SOGGETTO) |
(PREDICATO) |
Tema e Rema, in questo esempio sono esattamente coincidenti con il Soggetto e il Predicato.