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Guerra civile spagnola

La guerra civile spagnola, combattuta tra il luglio del 1936 e l’aprile del 1939, vide contrapporsi…

La guerra civile spagnola, combattuta tra il luglio del 1936 e l’aprile del 1939, vide contrapporsi la fazione nazionalista (v. nazionalismo), composta da forze conservatrici, e quella repubblicana, rappresentata dalla coalizione di governo del Fronte popolare. Al termine del conflitto la fazione repubblicana subirà una dura sconfitta seguita dall’inizio della dittatura di Francisco Franco (noto con il soprannome di Generalisimo o el Caudillo).

Il Fronte popolare era salito al governo dopo le democratiche elezioni del febbraio del 1936, e comprendeva partiti di stampo socialista, comunista e anarchico (v. socialismo, comunismo e anarchia). Dopo la vittoria della coalizione, alcuni episodi di violenza contro cattolici (v. Chiesa) e religiosi diventarono il pretesto addotto dall’ala nazionalista per insorgere militarmente contro il Fronte popolare.

Grazie alle armi, i nazionalisti (guidati dai generali Francisco Franco, Emilio Mola, Gonzalo Queipo de Llano e José Sanjurjo) conquistarono parte del sud della Spagna – a partire da Toledo –, dove i generali sbarcarono con un esercito di ribelli formatosi in Marocco, all’epoca sotto occupazione spagnola.

Ispirata dall’ideologia nazi-fascista (v. nazifascismo), la rivolta della Falange (il movimento politico e militare spagnolo che confluirà nel futuro governo dittatoriale franchista) si concluse con una schiacciante vittoria grazie all’appoggio militare della Germania nazista e all’invio di truppe dall’Italia fascista (v. facismo) e dal Portogallo di Salazar. La fazione repubblicana, invece, riconoscendosi negli ideali liberali e autonomisti, otterrà un debole sostegno dai volontari socialisti e comunisti giunti da tutta Europa.

Nel 1936 questo aiuto fu ancora sufficiente per mantenere il controllo repubblicano su Madrid e Barcellona, ma nel 1937, falliti ancora i tentativi per conquistare Madrid, i nazionalisti riuscirono a impossessarsi di Malaga, Valencia (dove risiedeva il governo repubblicano, che si spostò a Barcellona), e della città basca di Guernica, caduta dopo un massiccio bombardamento tedesco, durato ben due giorni.

Tra il 1938 e il 1939 i nazionalisti riuscirono infine a conquistare tutta la Catalogna, a causa dell’impossibilità dei repubblicani di contrapporre a quello avversario un solido apparato di difesa militare, potendo contare solo sull’apporto dei volontari.

La guerra civile di Spagna ha avuto una dimensione internazionale, ed è stata interpretata come la contrapposizione tra tirannia e democrazia, tra dittatura e libertà. Molti intellettuali rimasero coinvolti nel conflitto: il poeta Federico Garcia Lorca, ad esempio, vi trovò la morte. Tra i più noti partecipanti stranieri al conflitto si ricordano Ernest Hemingway (reporter e testimone tramite la sua opera letteraria Per chi suona la campana) e George Orwell (anch’egli testimone con Omaggio alla Catalogna). Le atrocità del conflitto ispirarono anche numerosi artisti, tra i quali lo spagnolo Pablo Picasso. Una delle sue opere più celebri, Guernica, che rappresenta il bombardamento della città, voleva mostrare al mondo intero i sanguinosi aspetti della guerra, che avevano lacerato nel profondo la popolazione spagnola.