I gradi dell’aggettivo qualificativo
Come abbiamo già osservato, gli aggettivi si accompagnano al nome e ne definiscono particolari qualità. Queste qualità possono essere espresse con intensità diverse. Gli aggettivi possono quindi avere tre gradi di intensità: grado positivo, grado comparativo, grado superlativo.
Considera la frase:
Mauro è stanco.
L’aggettivo è, in questo caso, nel suo grado positivo.
Considera invece le frasi:
Mauro è più stanco di Lorenzo.
Mauro è meno stanco di Lorenzo.
Mauro è tanto stanco quanto Lorenzo.
Nel primo caso, siamo di fronte a un comparativo di maggioranza poiché l’aggettivo indica una qualità espressa in misura maggiore dal primo termine rispetto al secondo. La misura maggiore è resa dal «più» che precede l’aggettivo, mentre il secondo termine di paragone è introdotto da «di» o «che»:
Mauro è più stanco di Lorenzo.
Nel secondo caso, siamo di fronte a un comparativo di minoranza poiché l’aggettivo indica una qualità che il primo termine di paragone possiede in misura minore rispetto al secondo termine. È quindi indicata da meno e il secondo termine è sempre introdotto da «di» o «che».
Mauro è meno stanco di Lorenzo.
Nel terzo caso, siamo invece alle prese con un comparativo di uguaglianza e quindi i due termini di paragone posseggono la qualità in egual misura. In questo caso, l’aggettivo può essere introdotto da «tanto» o «così» mentre il secondo termine può essere introdotto da «quanto» o «come»
Mauro è tanto stanco quanto Lorenzo.
Considera adesso le frasi:
Mauro è il più stanco di tutti.
Mauro è stanchissimo.
In questo caso, siamo alle prese con un superlativo che può essere:
Superlativo Relativo
>>quando l’aggettivo esprime una qualità posseduta al massimo o al minimo dal primo termine di paragone rispetto a un gruppo preciso di persone.
In questo caso, l’aggettivo è preceduto da il (la, i, le) più, il (la, i, le) meno, mentre il secondo termine di paragone è introdotto da di, tra, fra.
Attenzione:
Talvolta l’articolo può trovarsi separato da «più» e «meno»:
è il ragazzo più stanco di tutti.
Oppure il secondo termine di paragone può essere sottinteso:
è il ragazzo più stanco (sottinteso tutti).
È importante non confondere il superlativo relativo con il comparativo di maggioranza:
Mauro è più stanco di tutti .
In questo caso, siamo di fronte a un comparativo di maggioranza anche perché manca l’articolo che introduce l’aggettivo.
Mauro è il più stanco di tutti.
In questo caso, invece, siamo di fronte a un superlativo assoluto poiché l’aggettivo è introdotto dall’articolo.
Superlativo Assoluto
>>esprime una qualità posseduta al grado massimo e assoluto quindi indipendente da ogni confronto.
Mauro è stanchissimo.
In questo caso, la qualità attribuita a Mauro è indipendente dal confronto con altre persone ed è espressa nel suo grado più alto.
Il superlativo assoluto si forma:
>>aggiungendo all’aggettivo nel suo grado positivo il suffisso –issimo (-issima, -issime, -issimi);
bellissimo, caldissimo, altissimo
>>premettendo all’aggettivo di grado positivo prefissi come super-, arci-, stra-, ultra-, iper-, estra;
strasemplice, ultrarapido, iperattivo
>>premettendo all’aggettivo di grado positivo avverbi come molto, assai, straordinariamente, estremamente;
molto calmo, estremamente permaloso, assai grande
>>ripetendo due volte l’aggettivo di grado positivo;
calmo calmo, bello bello
>>rafforzando l’aggettivo di grado positivo con un altro aggettivo di grado positivo;
buio pesto, stanco morto
>>rafforzando l’aggettivo di grado positivo con tutto.
tutto matto, tutto strano, tutto rotto