Quando nacque il bambino di Elisabetta, tutti gli amici vennero a festeggiare l’evento.
Decisero di chiamarlo Giovanni.
LA NASCITA DI GIOVANNI BATTISTA
Quando nacque il bambino di Elisabetta, tutti gli amici vennero a festeggiare l’evento.
«Hai già deciso come chiamarlo?», domandò uno di loro.
«Giovanni!», rispose Elisabetta.
«Ma nessuno dei tuoi parenti ha questo nome», osservò un altro, «forse sarà meglio chiamarlo Zaccaria come suo padre».
«Aspetta, chiediamo a lui cosa ne pensa», disse prendendo una tavoletta incerata e porgendola all’anziano affinché potesse scrivervi sopra la risposta.
Zaccaria scrisse: «Il suo nome è Giovanni».
In quello stesso istante riacquistò la parola. Allora disse, pieno di gioia: «Benedetto il Signore, il Dio dei nostri padri, che adempie sempre le sue promesse! E tu, bambino mio, sarai il profeta che precederà il Signore per preparargli la strada».
Alcuni mesi dopo, a Nazareth, Giuseppe, ormai sposo di Maria, le si avvicinò per darle una brutta notizia: «Cesare Augusto ha indetto il censimento di tutto l’impero. Questo significa che anch’io dovrò recarmi nella città dove è registrata la mia casata.
«Ma tu appartieni all’antica famiglia di Davide», rispose Maria, «dovrai andare fino a Betlemme, il suo luogo d’origine».
«E purtroppo la legge vuole che le spose seguano i mariti. Tra poco dovrà nascere il tuo bambino e tu non stai molto bene. Non so come potrai affrontare un viaggio così lungo e difficile…».
«Non preoccuparti per me», rispose Maria cercando di mostrarsi forte, «vedrai che me la saprò cavare. Del resto sono stata anche in Galilea poco tempo fa, per assistere Elisabetta durante la nascita di Giovanni».
L’indomani mattina il falegname aiutò la sua sposa a salire su un asinello, il loro unico mezzo di trasporto, e iniziò con lei un faticoso viaggio lungo centocinquanta chilometri! Non erano i soli a percorrere quei polverosi sentieri in terra battuta: molti altri uomini e donne si erano incamminati, per lo stesso motivo, verso un capo o l’altro del paese.