Uomo politico, letterato e poeta italiano (Firenze 1449 – Careggi 1492).
Uomo politico, letterato e poeta italiano (Firenze 1449 – Careggi 1492).
Figlio di Piero di Cosimo il Vecchio e di Lucrezia Tornabuoni, Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico fu avviato giovanissimo alla vita politica e alla cura degli interessi privati della famiglia, mentre l’educazione umanistica e una notevole sensibilità artistica lo fecero volgere anche agli studi e alla poesia. Già membro della Balìa e del Consiglio dei Cento, morto suo padre (1469) ereditò la «cura» dello stato. In politica interna piegò gli ordinamenti comunali per rafforzare il suo potere, che peraltro non fu mai legalmente sancito né ufficialmente definito pure col titolo in quel tempo consueto di signore: come già suo padre e suo nonno Cosimo, il Magnifico rimase un privato cittadino, proprietario di un’azienda commerciale e bancaria, fornito di quella indipendenza economica che gli permise di assumere un atteggiamento disinteressato e di elargire protezione e favori.
In politica estera fu impegnato a rafforzare il dominio fiorentino di fronte alle aspirazioni nepotistiche del papa Sisto IV, nonché contro l’ambizione degli Aragonesi di Napoli verso l’Italia centrale. Dalle mire di Girolamo Riario, nipote del papa, nacque la congiura che fu detta dei Pazzi (1478), da cui sarebbe scaturita a sua volta una guerra contro Roma e Napoli, finita però con un abile capovolgimento diplomatico non raro in quei tempi, ma pur sempre dovuto all’intelligenza e al coraggio di quel privato cittadino che, perduto il fratello Giuliano sotto i colpi dei congiurati, scampato egli stesso per miracolo alla morte, dopo un anno e più di guerra veniva a Napoli a trattare personalmente con il re Ferrante (1479). È evidente che il Magnifico aveva intravisto nell’accordo fiorentino-napoletano una condizione necessaria per mantenere la pace in Italia; infatti, quell’accordo fu poi una costante della politica fiorentina fino al 1494. Ciò si vide durante la guerra di Ferrara (1482-1483) e durante il conflitto tra Napoli e Roma, che nacque come una pericolosa conseguenza della congiura dei baroni contro il re Ferrante (1486). Si vide soprattutto nella pace del 1486 firmata per merito suo e si sarebbe visto forse ancora nel 1494 di fronte all’invasione francese, se la morte non avesse avuto facilmente ragione, due anni prima, della sua salute inferma, l’8 aprile 1492. La ricerca continua di un equilibrio atto a conservare, con la pace, la libertà degli stati italiani e il successo ottenuto negli anni del suo governo, ma più ancora la convinzione diventata al principio del Cinquecento forse di pubblico dominio e raccolta poi dal Guicciardini, che quella politica avrebbe potuto evitare lo sfacelo italiano, valsero al Magnifico il nome di «ago della bilancia d’Italia». Ai meriti politici vanno aggiunti quelli culturali, per l’animazione da lui data alla vita artistica, letteraria e filosofica del suo tempo. Egli stesso, come poeta, fu tra i maggiori della seconda metà del Quattrocento e le sue opere sono di fresca ispirazione e di realistico vigore. Sposato dal 1469 con Clarice Orsini, ne ebbe vari figli, tra i quali Piero, che gli successe nel governo, Maddalena, che fu sposata a Franceschetto Cybo, figlio di papa Innocenzo VIII, e Giovanni, creato giovanissimo cardinale e poi eletto papa nel 1513 con il nome di Leone X.