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Mercurio

Mercurio è il primo pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole.

 

Mercurio è il primo pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole.

Il diametro del pianeta misura 4878 km, paragonabile a quello della Luna (3476 km), e 2,6 volte inferiore a quello della Terra. A dispetto delle piccole dimensioni geometriche, la massa di Mercurio è 4,4 volte quella del nostro satellite (la Luna), con il risultato che la densità media è una tra le più alte dei pianeti del sistema solare.

Il periodo di rotazione di Mercurio è di 58.646 giorni terrestri: ogni tre rotazioni sul proprio asse, il pianeta compie due orbite attorno al Sole.

Il giorno solare di Mercurio, cioè l’intervallo di tempo tra due passaggi consecutivi del Sole sullo stesso meridiano (v. meridiani e paralleli), è di 176 giorni terrestri, il maggiore tra i pianeti del sistema solare.

Essendo molto vicino al Sole, Mercurio può essere osservato solo quando è molto basso sull’orizzonte, la sera o al mattino poco prima dell’alba. Su Mercurio, come sulla Luna, i crateri sono le maggiori caratteristiche superficiali. L’aspetto e la distribuzione delle dimensioni dei crateri di Mercurio ricalcano quelli lunari; ciò implica che processi di formazione e di degradazione simili hanno agito su entrambe le superfici. La presenza dei crateri è dovuta ai numerosi impatti di asteroidi che hanno contrassegnato il passato del pianeta. Esso infatti presenta bacini riempiti da vecchie colate laviche, ancora evidenti a causa della mancanza quasi assoluta di un’atmosfera.

In verità, non solamente Mercurio e la Luna hanno subito urti con meteoriti; è tuttavia normale che i pianeti in possesso di un’atmosfera consistente risentano in misura assai minore dell’effetto degli impatti, poiché i corpi incidenti vengono fortemente erosi dall’attrito atmosferico. Inoltre, l’atmosfera stessa erode lentamente la superficie del pianeta, cancellando le tracce dell’urto. Oltre all’atmosfera ci sono diversi elementi che cancellano i crateri causati da asteroidi che non sono infatti presenti su Mercurio, come il vento e l’acqua. Inoltre, un così ampio numero di crateri induce molti studiosi a presupporre che il pianeta, come la Luna, manchi da numerosi secoli di attività interna.

Si presume infatti che Mercurio abbia un’attività vulcanica e tettonica allo stato di quiescenza (inattività temporanea) e le evidenze di vulcanismo sono molto dibattute. Su di esso appaiono due tipi di estese pianure, di probabile origine vulcanica, allo stesso modo dei mari lunari. Le più vecchie, chiamate «piani intercraterici», sono visibili su tutta la superficie osservata dal pianeta e la loro natura vulcanica è dubbia. Con metodi di datazione relativa è stato determinato che essi, forse, sono precedenti all’ultima fase di bombardamento meteoritico, rappresentando quindi la crosta originaria di Mercurio. I depositi vulcanici più giovani sono detti «piani lisci» e sono distribuiti intorno al grande bacino d’impatto. Questi terreni dovrebbero essersi formati verso la fine dell’intenso bombardamento meteoritico subito anche da Mercurio e ricoprono il 15% della superficie visibile del pianeta. Le forme tettoniche più evidenti su Mercurio sono scarpate lobate, dovute a compressioni, alte fino a 3 km e che si estendono per centinaia di chilometri. La loro distribuzione sul pianeta e la loro orientazione casuale indicano che Mercurio, raffreddandosi, si è contratto e ha probabilmente ridotto il proprio raggio di circa l’1%, corrugando e rompendo conseguentemente la propria crosta.

La densità di Mercurio si discosta molto da quella lunare e, al contrario, è molto vicina a quella terrestre. Nonostante le somiglianze con la Luna, pare quindi che la struttura interna del pianeta sia più vicina a quella della Terra. Secondo le ultime ricerche, sembrerebbe possibile distinguere un nucleo interno solido e un nucleo esterno liquido. Il mantenimento di un nucleo liquido per miliardi di anni richiede la presenza di un elemento più leggero, come lo zolfo, che ne abbassi la temperatura di fusione dei materiali. L’idea che il nucleo di Mercurio potesse essere liquido era già stata avanzata per spiegare la presenza di un debole campo magnetico attorno al pianeta. Il campo rimane comunque difficilmente spiegabile, date le piccole dimensioni di Mercurio e la sua moderata velocità di rotazione. Si suppone che il nucleo sia circondato da un mantello e da una spessa crosta.