I principali trattati che hanno segnato la storia del processo di unificazione europea sono…
I principali trattati che hanno segnato la storia del processo di unificazione europea sono il Trattato di Parigi (1951), i Trattati di Roma (1957), il Trattato di Maastricht (1992), il Trattato di Amsterdam (1997), la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2000) e il Trattato di Lisbona (2009).
1) Il Trattato di Parigi (firmato nel 1951 ed entrato in vigore l’anno dopo) è l’atto costitutivo della Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio). Scopo del trattato – sottoscritto da Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo Paesi Bassi e l’allora Repubblica federale tedesca – è mettere in comune tra i paesi firmatari le produzioni di queste due importantissime materie prime. Il trattato è rimasto in vigore fino al 23 luglio 2002.
2) I due Trattati di Roma, firmati il 25 marzo 1957, costituiscono insieme al Trattato di Parigi il momento di nascita delle comunità europee (v. comunità economiche). Il primo dei due trattati (noto come «Trattato di Roma») segna la nascita della Comunità economica europea; il secondo istituisce la Comunità europea dell’energia atomica (Ceea o Euratom), destinata a coordinare i programmi di ricerca comunitari sull’energia atomica (v. energia nucleare).
3) Il Trattato di Maastricht (così chiamato dal nome della cittadina olandese dove venne stipulato) sancisce la nascita dell’Unione europea e definisce i tempi per la creazione dell’Eurozona, fissando tra l’altro i celebri criteri di convergenza (vale a dire, gli obblighi più o meno stringenti necessari per aderire alla moneta unica). Tali criteri consistono nei seguenti impegni:
– non superare il rapporto del 3% tra deficit pubblico e Pil;
– non superare il rapporto del 60% tra debito pubblico e Pil;
– conseguire un tasso d’inflazione non superiore all’1,5% dei tre paesi più «virtuosi» dell’Eurozona;
– applicare un tasso di interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio dei tre paesi più virtuosi;
– prima di entrare nell’euro, rimanere nello Sme senza eccessive fluttuazioni.
4) Il Trattato di Amsterdam (stipulato nel 1997 ed entrato in vigore nel 1999) ha lo scopo di adeguare le istituzioni dell’Unione europea in vista del suo allargamento ai paesi dell’Europa orientale. Le innovazioni introdotte consistono nel rafforzamento dell’unità politica, nel coordinamento nelle politiche giudiziarie e nel recepimento degli accordi di Schengen (v. Ue) come fondativi della politica di integrazione europea.
5) La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea viene proclamata una prima volta a Nizza (2000) e una seconda volta, con leggere modifiche, a Strasburgo (2007). I diritti enunciati nel documento riguardano le libertà fondamentali, la facoltà di eleggere i propri rappresentanti al parlamento europeo, il diritto di godere della protezione diplomatica comunitaria, i diritti economici e sociali (a cominciare da quello del lavoro) e i cosiddetti «diritti moderni» (tutela dei dati personali, divieto dell’eugenetica ecc.).
6) Il Trattato di Lisbona (entrato in vigore il 1° dicembre 2009) è in sostanza una riscrittura della Costituzione europea (dopo che quest’ultima era stata bocciata mediante referendum dalla Francia e dall’Olanda). L’accordo raggiunto con il Trattato di Lisbona consiste nella rinuncia al progetto di una vera e propria costituzione e nella decisione di considerare come testi fondamentali dell’Unione europea il Trattato di Maastricht (ribattezzato per l’occasione Trattato sull’Unione europea, Tue), il Trattato di Roma (che diventa il Trattato che istituisce la Comunità europea, Tce), il Trattato Euratom e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (che però il Regno Unito e la Repubblica Ceca hanno ottenuto di non applicare nel proprio territorio).
Il 23 giugno 2007 il Consiglio europeo di Bruxelles raggiunge l’accordo sul Trattato di Lisbona (nella foto).
Il Trattato di Lisbona, inoltre, introduce un nuovo metodo decisionale basato sulla cosiddetta «doppia maggioranza» (voto a maggioranza qualificata con obbligo di raggiungimento di un quorum). Anche in questo caso, tuttavia, due paesi hanno ottenuto una clausola di esclusione: Regno Unito e Irlanda, infatti, sono stati dispensati dall’obbligo di accettare le decisioni prese a maggioranza dagli organismi comunitari per tutti gli argomenti riguardanti la giustizia e gli affari interni.