Suono che si pronuncia senza che nessun impedimento ostacoli l’aria emessa.
Suono che si pronuncia senza che nessun impedimento ostacoli l’aria emessa.
Tra le vocali, si distinguono le vocali aperte, ovvero quelle che si pronunciano con una maggiore apertura della bocca, e quelle chiuse. In italiano la «a» è considerata sempre aperta, la «i» e la «u» sono considerate sempre chiuse, mentre la «e» e la «o» possono essere sia chiuse sia aperte, a seconda dei casi. Ad esempio, nella parola «mèglio», la «e» è pronunciata con maggiore apertura rispetto alla «e» della parola «véla», e lo stesso vale per la «o» di «còlla» (aperta) e la «o» di «óra» (chiusa). Per tale motivo si afferma che le vocali italiane sono in effetti sette, ossia «a», «é», «è», «i», «ò», «ó», «u», dove l’accento grave «`» indica che la vocale è aperta, e l’acceto breve «´» indica che è chiusa.
Le vocali si distinguono anche in lunghe e brevi, a seconda della durata della loro pronuncia: la «o» di «còno» è breve, mentre la «o» di «nóce» è lunga.
Un altra distinzione che si opera sulle vocali è quella tra forte e deboli. Sono considerate forti la «a», la «e» e la «o», mentre sono deboli la «i» e la «u». La distinzione tra forte e debole è d’aiuto per distinguere il dittongo e lo iato. Il dittongo è il risultato dell’incontro di due vocali, la prima delle due forte e la seconda debole o viceversa. («mai», «guanti»). Si ha un dittongo anche quando si incontrano due vocali deboli («chiuso»). Lo iato invece è dato dall’incontro di due vocali forti pronunciate come se fossero separate («oasi»). Nel caso di un incontro tra una vocale forte e una debole, l’accento può stabilire se si tratta di un dittongo o di uno iato: l’accento sulla prima vocale, «pàusa», indica dittongo, mentre «paùra», con l’accento sulla seconda che separa le due vocali, è iato.
Le vocali possono essere anche distinte in anteriori, centrali, posteriori e velari, a seconda della zona della bocca in cui vengono pronunciate. Se infatti la vocale è pronunciata vicino all’arcata palatina (ossia vicino ai denti) si avrà una vocale anteriore (in italiano la «i» e la «e»). Andando per gradi, la «a» è centrale, la «u» e la «o» sono.
La distinzione tra vocali orali e nasali, è forse più udibile in francese: essa può essere avvertita nella diversa pronuncia della «a» nella parola italiana «mare» e nella parola francese «dans», la vocale viene fatta maggiormente risuonare nella cavità nasale.