Religione di ispirazione gnostico-cristiana sorta in Persia nel III secolo d.C.
Religione di ispirazione gnostico-cristiana sorta in Persia nel III secolo d.C. Fu fondata da Mani, noto in Occidente anche come Manicheo.
Gli scritti fondamentali del manichesimo sono sette: il Sāpurakān, Il Vangelo vivente, Il tesoro della vita, La Pragmatein, Il libro dei misteri, Il libro dei giganti, Le lettere. Il manichesimo si fonda sulla teoria di un profetismo continuato, che però ha termine con l’avvento di nuovi messaggeri celesti: tale termine si realizza con la venuta del Paraclito, con cui si identifica Mani, il quale in tal modo è il maggiore dei profeti e il loro suggello, avente missione ecumenica.
La dottrina manichea stabilisce un’equivalenza tra concupiscenza e materia: la materia è tenebrosa, poiché alla concupiscenza manca la luce dell’intelligenza. Dunque esiste un dualismo tra Luce e Tenebre.
Sia l’uomo che l’universo sono un miscuglio di questi due elementi, cioè di Luce e di Tenebre. Nella lotta tra l’uomo primordiale, figlio della Madre della vita, che è figlia del Dio della Luce, contro il principe delle Tenebre, questi vince imprigionando gli elementi luminosi dell’uomo primordiale. Questi, in seguito a tale sconfitta, chiede la liberazione al «Padre della grandezza», il quale allora invia lo «Spirito vivente» che riesce a riportare l’uomo al paradiso della Luce, ma non può liberare i suoi cinque elementi luminosi, che si sono ormai perduti nell’incoscienza.
Segue una lotta fra Luce e Tenebre, durante la quale le Tenebre creano la materia che imprigiona le particelle di luce e dalla lotta nasce il mondo fisico degli esseri viventi. Adamo ed Eva conservano nei propri corpi la forma animalesca degli arconti del principe delle Tenebre la cui libidine fa sì che la materia mantenga all’infinito in carcere l’anima luminosa. L’attività salvatrice è tutta concentrata in un Gesù luminoso, di cui l’uomo accetta i comandamenti. Con la conoscenza di Gesù, sorge nell’uomo il desiderio di respingere le Tenebre e di prendere la via della salvezza indicata da Mani.
L’azione santificatrice risiede in canti e preghiere; è difficile non commettere peccati; a colui che è perfetto è vietata ogni forma di possesso e di lavoro profano; è concesso un solo vestito all’anno e un solo pasto al giorno; sono comandati lunghi e frequenti digiuni; è imposto di non mangiar carne o bere vino; non deve commettere atti lesivi dell’anima del mondo; deve astenersi da contatti carnali. Il manichesimo portava in sé elementi di altre forme di pensiero non cristiano e soprattutto dava molto valore alla gnosi. Certamente, però, doveva avere degli aspetti molto attraenti. Infatti lo stesso Sant’Agostino, prima di confutarlo, per ben nove anni era stato uditore in quella setta.