Stato turco musulmano durato dal 1300 circa al 1922, che rappresentò l’ultima fase dell’espansione orientale verso Occidente.
Stato turco musulmano durato dal 1300 circa al 1922, che rappresentò l’ultima fase dell’espansione orientale verso Occidente.
Elemento importantissimo della storia non solo orientale islamica, ma anche moderna europea, fu l’ultimo grande Impero islamico. Prende il nome dal capostipite della dinastia, Othman (morto nel 1326), figlio dell’emiro Ertoghrud, titolare di un feudo ottenuto dai selgiuchidi presso Angora. Estesi in Bitinia i confini del giovane stato e trasferita a Brussa la capitale, il figlio di Othman, Orkhan, sbarcò nella penisola di Gallipoli iniziando l’espansione in Europa che proseguì in grande stile sotto Murad I, morto a Cossovo (1389) nella battaglia che diede agli ottomani la supremazia nei Balcani. L’espansione ottomana fu arrestata da Tamerlano (battaglia di Angora, 1402), ma riprese sotto Maometto I (1413‑1421) e culminò sotto Maometto II con la presa di Costantinopoli (1453, fine dell’Impero romano d’Oriente). Negli anni successivi gli ottomani giunsero al Danubio, occuparono la Grecia, Trebisonda e le colonie genovesi di Crimea e nel 1480‑1481, fiaccata la resistenza di Scanderbeg, invasero l’Albania e saccheggiarono Otranto. Selim I sconfisse i persiani a Cialdiran (1514) e conquistò la Siria e l’Egitto; sotto suo figlio Solimano il Magnifico (1520‑1566) gli ottomani presero Belgrado (1521), Ofen (Buda), Baghdad (1536) e le isole veneziane dell’Egeo (1538‑1540). Con i successori di Solimano inizia la lenta decadenza dell’Impero ottomano impegnato con alterne fortune nella lotta contro Venezia e l’Impero asburgico: sconfitti a Lepanto nel 1571, i turchi occuparono Cipro, la Tunisia e lo Yemen; nel 1639 Murad IV occupò definitivamente Baghdad e la Mesopotamia. Nel 1669 gli ottomani presero Candia, ma il fallito assedio di Vienna (1683) e la vittoria di Eugenio di Savoia a Zenta (1697) li costrinsero a rinunciare, con la pace di Carlowitz, all’Ungheria e alla Transilvania e, temporaneamente, alla Morea riconquistata dal doge Morosini.
La pace di Passarowitz (1718) restituì ai turchi la Morea, ma tolse loro parte della Serbia settentrionale. Scompariva dalla lotta Venezia, ma si affacciava alla ribalta un nuovo avversario, la Russia. Selim III (1789‑1807) e Mahmud II (1809‑1839) tentarono invano, con energiche riforme, quali la soppressione dei giannizzeri (1826), di arrestare la disgregazione dell’Impero ottomano, stimolata dal risveglio del nazionalismo arabo e balcanico. Fu tentato un rinnovamento dello stato con le Tanzimat (riforme) del 1839 e 1856 che istituivano tribunali civili e penali distinti da quelli religiosi (gli stranieri erano già sottratti alla giurisdizione locale in base alle «capitolazioni») e garantivano la libertà di culto e l’uguaglianza dei sudditi di fronte alla legge, ma la decadenza interna e internazionale dell’Impero ottomano proseguiva nonostante l’intervento delle potenze europee nella guerra di Crimea (1855) a fianco della Turchia. Presero impulso i moti in favore di una costituzione di tipo europeo: Abd ul‑Hamid II la concesse nel 1876, ma poi la revocò e regnò con il terrore e la corruzione fino al 1909. Intanto, dopo la seconda guerra russo‑turca (1877‑1878), il congresso di Berlino aveva sancito l’indipendenza della Serbia e della Romania cui si aggiunge, nel 1895, la Bulgaria. Il movimento dei Giovani turchi cercò una soluzione capace di salvare l’antico Impero plurinazionale deponendo Abd ul‑Hamid e inaugurando un regime costituzionale con Maometto V (1909‑1918), ma lo sfacelo proseguì con la guerra italo‑turca (1911‑1912) e le campagne balcaniche (1912‑1913), in seguito alle quali l’Impero ottomano perse la Libia, la Macedonia, l’Albania, la Tracia occidentale e le isole greche dell’Egeo. Trascinato dai Giovani turchi nella prima guerra mondiale a fianco della Germania e dell’Austria, l’Impero ottomano perse nel 1918 tutti i paesi arabi e vide minacciate l’indipendenza e l’unità della stessa Turchia, che fu salvata dal movimento di Mustafa Kemal (Atatürk), il quale restaurò la sovranità nazionale sul territorio prettamente turco, stroncò le tendenze separatiste degli armeni e dei curdi e abolì il sultanato nel 1922 (l’ultimo sultano ottomano, Maometto VI, fu costretto all’esilio). Nel 1923 fu proclamata la repubblica sotto la presidenza dello stesso Kemal.