I complementi
I Complementi o espansioni sono quegli elementi che possono essere aggiunti alla frase minima arricchendone e completandone il contenuto.
Claudio legge.
Claudio legge un libro di psicologia.
Nella sua stanza, Claudio legge un libro di psicologia.
Come puoi notare, la frase minima, sottolineata negli esempi, si arricchisce via via di complementi, vale a dire elementi che forniscono una serie di indicazioni, informazioni e precisazioni.
I complementi, chiamati anche espansioni in quanto espandono il significato delle proposizioni, possono completare il senso del soggetto, del predicato verbale o nominale, dell’attributo, e dell’apposizione e di un altro complemento. Osserviamo i singoli casi:
Complemento riferito al soggetto:
La macchina di Riccardo è un fuoristrada.
In questo caso il complemento “di Riccardo” completa il significato del soggetto “la macchina”. Più precisamente, specifica l’informazione relativa al proprietario dell’automobile, per cui, come vedremo più avanti, “di Riccardo” è un complemento di specificazione.
Complemento riferito al predicato verbale:
Lucia suona il violoncello.
Il complemento “il violoncello” completa il significato del predicato verbale “suona”, informandoci sullo specifico strumento musicale suonato dal soggetto “Lucia”. Questo complemento è definito complemento oggetto e, come vedremo in seguito, risponde alle domande “Chi?/Che cosa?”.
Complemento riferito all’attributo:
Ho una rubrica piena di numeri.
“Di numeri” è il complemento che arricchisce e completa il significato dell’attributo “piena”. Si chiama complemento di abbondanza e privazione.
Complemento riferito all’apposizione:
Mauro, il fratello di Greta, è un grafico.
Se “Mauro” è il soggetto” e “fratello” è l’apposizione del soggetto, “di Greta” è il complemento che specifica nel dettaglio l’apposizione. Come per il primo esempio esaminato, anche qui il complemento è di specificazione, in quanto risponde alle domande “Di chi? / Di che cosa?” (Di chi è il fratello Mauro? Di Greta).
Complemento riferito a un altro complemento:
Ho acquistato una borsa di pelle.
In quest’ultimo caso possiamo notare come “di pelle” sia il complemento che intende informarci sulle fattezze della borsa che, a sua volta, costituisce il complemento oggetto della frase.
Questo esempio merita un’osservazione più accurata affinché possiamo comprenderne i nessi logici. Proviamo a fare l’analisi logica di questa proposizione:
Io = soggetto sottinteso
ho acquistato = predicato verbale
una borsa = complemento oggetto (risponde alla domanda “Chi?/Che cosa?)
di pelle = complemento di materia (“Di quale materiale? Di cosa è fatto?)
“Di pelle” dunque è il complemento di materia che completa il significato del complemento oggetto “una borsa”.
In base alla forma, i complementi si distinguono in tre categorie:
>> Complementi diretti (o complemento oggetto): quando completano direttamente il senso dell’elemento cui si riferiscono senza alcuna preposizione che unisca.
Tutti salutarono Mattia.
Come puoi vedere, il complemento “Mattia” (che possiamo definire complemento oggetto in quanto risponde alla domanda “Chi?/Che cosa?”) definisce il senso del predicato direttamente, vale a dire senza l’aiuto di una preposizione (Di certo, non diremmo: “Tutti salutarono a Mattia”).
I complementi diretti accompagnano sempre i verbi transitivi che, a loro volta, ammettono solo il complemento oggetto.
>> Complementi indiretti (o complemento oggetto): quando completano indirettamente il senso dell’elemento cui si riferiscono, cioè ne definiscono il senso tramite una preposizione:
Ho prestato un libro a Maria.
L’ufficio di Giorgio è spazioso.
In questi esempi, il complementi svolgono la propria funzione (di completare e arricchire l’elemento in questione) mediante una preposizione che è “a” nella prima frase e “di” nel seconda.
>> Complementi avverbiali: quando sono costituiti da un avverbio o da una locuzione avverbiale ma svolgono la funzione di complementi.
Marta guarda attentamente (= con attenzione, in modo attento)
Dovrò alzarmi presto (= riferito al tempo, complemento avverbiale di tempo)
Io lavoro qui (= in questo posto, riferito al luogo, complemento avverbiale di luogo)
“Attentamente”, “presto”, “qui” sono tutti avverbi che svolgono la funzione di complementi, dal momento che completano il significato dei verbi a cui si riferiscono.
RICORDA
I complementi sono elementi della proposizione che servono a compiere il senso di una frase, cioè a darle un senso compiuto. Essi possono completare, arricchire o specificare il senso del soggetto, del predicato, dell’attributo, dell’apposizione e di un altro complemento. |