Scopri, impara e cresci

La rappresentazione della Terra

L’uso di carte geografiche che rappresentano l’intera superficie della Terra…

L’uso di carte geografiche che rappresentano l’intera superficie della Terra, i planisferi, è indispensabile quando si affrontano temi globali come quelli relativi alla distribuzione mondiale della popolazione, delle risorse, della ricchezza e così via. Dal momento che i lineamenti dei vari continenti ci sono ormai familiari, non è difficile per noi riconoscere ad esempio l’Africa, il Sud America o l’Australia semplicemente vedendone il profilo.
Meno precisa, invece, è la nostra percezione delle effettive dimensioni delle varie parti del mondo. Proviamo ad esempio a rispondere, basandoci esclusivamente su ciò che vediamo, a queste domande: la penisola scandinava ha una superficie uguale, minore o maggiore rispetto all’India? E il Nord America rispetto all’Africa?

È probabile che un’occhiata rapida a un planisfero ci porti a rispondere concludendo che la Scandinavia e il Nord America sono, rispettivamente, più grandi dell’India e dell’Africa, il che non corrisponde a verità, come si può verificare controllando le cifre relative alla superficie del loro territorio.

Il nostro errore deriva dalla rappresentazione comunemente adottata nelle carte geografiche che, sia pure con notevoli miglioramenti tecnici, non si discostano sostanzialmente dalla carta di Mercatore, proposta alla fine del Cinquecento appunto dal cartografo fiammingo Gerardo Mercatore.

I vantaggi della famosissima carta da lui elaborata erano notevoli: era fedele alla direzione dell’asse terrestre (per ogni suo punto, infatti, il nord era esattamente in alto) e garantiva, ad esempio, la possibilità di identificare zone climatiche simili.

Nella carta di Mercatore, però, l’Equatore non divideva il globo in due parti uguali, ma era spostato in modo che ai paesi posti effettivamente a nord dell’Equatore fossero riservati i due terzi della carta, mentre solo un terzo era lasciato ai continenti dell’emisfero meridionale (che risultavano notevolmente schiacciati, quindi più piccoli).

Di qui l’impressione che l’Europa, posta in posizione centrale nella carta, avesse una dimensione decisamente superiore al reale. Questa rappresentazione un po’ forzata rispecchiava tuttavia non soltanto una più precisa conoscenza geografica dell’Europa rispetto ad altri paesi ancora poco esplorati, ma anche l’orgogliosa coscienza della sua supremazia culturale ed economica sul resto del mondo.

Oggi però l’importanza assunta dai paesi cosiddetti emergenti e la consapevolezza sempre crescente di una reale interdipendenza, economica e ambientale, delle diverse parti del globo fanno sì che il cosiddetto Sud del mondo sia sempre più spesso al centro dei dibattiti internazionali. Si impone quindi un ridimensionamento, anche geografico, della posizione e dell’importanza del Nord del mondo.

Questa esigenza viene pienamente accolta da una nuova cartografia proposta fin dal 1977 dal geografo tedesco Arno Peters che, ricollocando l’Equatore al centro esatto della rappresentazione cartografica, consente ai continenti di riacquistare le loro reali dimensioni.

Un esame del planisfero di Peters ci permette quindi di rispondere con maggiore esattezza alle domande che ci siamo posti inizialmente. Il Nord America infatti appare, come è effettivamente, più piccolo di un terzo rispetto all’Africa, e l’India invece tre volte maggiore della penisola scandinava. Gli atlanti geografici non usano le carte di Peters; le adottano invece, ed è significativo di un nuovo modo di vedere il mondo, le organizzazioni internazionali come la Fao e l’Onu.