Scopri, impara e cresci

Una rivoluzione musicale di fine millennio: il grunge

Sviluppatosi nello scorcio degli anni Ottanta a Seattle, una città multiculturale statunitense

Sviluppatosi nello scorcio degli anni Ottanta a Seattle, una città multiculturale statunitense nello stato nord-occidentale di Washington situata quasi al confine con il Canada, il genere musicale definito «grunge» (o in alternativa, mutuando il nome dal suo luogo di origine, «Seattle Sound») deriva il proprio nome da una storpiatura dell’aggettivo grungy, ossia «sporco» o «sdrucito». Il che, in effetti, si addice sia allo stile musicale dei gruppi grunge sia al loro look, che rispolvera nostalgicamente l’abbigliamento dimesso – semplici maglioni, camicie da lavoro, jeans strappati, stivali o scarpe da ginnastica – e l’aspetto quasi sempre trasandato tipico dei cosiddetti figli dei fiori, nati negli Stati Uniti dopo la rivoluzione del Sessantotto.

Caratteristica saliente del genere grunge è quella di mescolare con grande disinvoltura altri generi musicali scaturiti dalla complessa galassia del rock anglosassone anni Settanta e Ottanta. Si ritrovano infatti miscelati, talvolta senza un preciso progetto musicale di base, spunti provenienti dall’heavy metal, dall’hard rock e addirittura dal punk, quest’ultimo da considerare come il movimento più dirompente sulla scena musicale internazionale a cavallo tra anni Settanta e Ottanta. I gruppi grunge hanno avuto in particolare due meriti.

Il primo, di natura più tecnica che teorica, è quello di essere tornati a una musica di impronta artigianale rispetto a quella molto artefatta degli anni Ottanta, un decennio in cui si assiste al trionfo delle tastiere, dei sintetizzatori e più in generale della musica elettronica. La musica grunge è abitualmente eseguita con strumenti basilari come la chitarra, il basso e la batteria, spesso – come accadeva dopo le performance rock degli anni Sessanta e Settanta – distrutti alla fine dei concerti.

Il secondo merito, forse più importante del primo e che ha consentito al messaggio grunge di diffondersi in tutto il mondo, è invece di natura sociale e politica: gli artisti di Seattle, infatti, grazie a testi e musiche sempre particolarmente graffianti e aggressivi, si sono scagliati con veemenza contro il dilagante neoliberismo (che ripropone i principi liberisti in opposizione a chi ritiene necessario l’intervento dello stato nella sfera economica) e lo sfruttamento selvaggio delle risorse ambientali da parte dei paesi ricchi a danno di quelli più poveri.

Lo sviluppo dei movimenti cosiddetti no-global (contrari alla globalizzazione economica svincolata da regole eque) nei primi anni Novanta è andato di pari passo con la straordinaria affermazione negli Stati Uniti e in Europa del grunge, che si è fatto portavoce meglio di qualsiasi altro genere musicale di un’alternativa culturale e sociale rispetto a quanto offerto dal capitalismo occidentale.

La produzione musicale grunge ha vissuto la sua stagione migliore nella prima metà degli anni Novanta e si è poi andata spegnendo o trascinando stancamente. Tra i gruppi più significativi vanno annoverati i Nirvana del solista Kurt Cobain, morto suicida nel 1994, i Pearl Jam (tuttora attivi),

i Soundgarden (sciolti, ma in parte confluiti, con alcuni membri dei Rage Against the Machine, nei più tradizionali Audioslave) e gli Alice in Chains, il gruppo forse più duro tra quelli citati.

Almeno quattro gli album da segnalare per dare un’idea di massima del fenomeno, uno per ciascun gruppo menzionato: Nevermind (1991) dei Nirvana, Versus (1992) dei Pearl Jam, Superunknown (1994) dei Soundgarden, Dirt (1992) degli Alice in Chains.