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Tempi e modi dei verbi

Studiamo insieme i tempi e i modi dei verbi!

Studiamo insieme i {tip TEMPO. L’italiano con l’unica parola tempo designa sia la dimensione fisica del “tempo” variamente misurabile (il tempo di crescita di un albero; il primo tempo di una partita ecc. = T1), sia la categoria linguistica espressa nel verbo (il tempo imperfetto = T2); per non parlare del tempo atmosferico, che è tutt’altra cosa. In altre lingue la profonda diversità di queste nozioni si manifesta nell’uso di termini diversi: in inglese T1 = time, T2= tense (tempo atmosferico = weather); in tedesco T1 = Zeit, T2= Tempus (tempo atmosferico = Wetter). Il t. linguistico è una relazione rispetto ad un asse, rappresentato da ciò che viene considerato come attuale, o presente. Le relazioni espresse dai t. tuttavia, sono diverse a seconda che il presente assiale sia collocato sul piano del discorso o su quello della narrazione. 1) Nel discorso il t. presente indica il momento contemporaneo all’atto dell’enunciazione e gli altri t. esprimono l’anteriorità o la posteriorità rispetto a quest’asse di riferimento (t. del passato e del futuro). In italiano, tuttavia, una condizione particolare è rappresentata dall’imperfetto, col quale nel discorso si può indicare non solo qualcosa di “passato”, ma anche qualcosa di “non attuale”, di “intenzionale”, di “potenziale” ecc. (ad esempio: volevo dirle = formula di cortesia; ancora un passo e cadevo = possibilità; facciamo che io ero la mamma e tu eri la bambina = programmazione di un gioco). 2) Nella narrazione (normalmente espressa al passato), l’asse di riferimento è costituito dal t. della frase reggente. Avremo quindi il passato del passato (trapassato remoto, trapassato prossimo: quando ebbe chiuso la porta si accorse…), o lo sfondo contemporaneo al passato (imperfetto: mentre mangiava vide…) o infine il futuro del passato (condizionale: pensò che avrebbe mangiato). Il presente rispetto al passato ed al futuro appare come la categoria non marcata (v. marca), in quanto può sostituirli neutralizzando l’opposizione. Ad esempio: ieri esco alle sette e vedo Mario che rincasava; oppure domani alle sette esco e vado a vedere se Mario è rincasato. La distinzione morfologica fra le varie possibilità del t. linguistico si realizza, nelle lingue flessive, non solo con le desinenze o i suffissi, ma anche con la variazione della radice (es. ved-o – vid-i, facc(i)-o – fec-i: v. apofonia). La situazione descritta non è tuttavia universale, come non lo è la categoria del t.}tempi{/tip} e i {tip MODO. Categoria verbale (imperativo, congiuntivo, condizionale ecc.) che esprime un atteggiamento del soggetto nei rigardi di ciò che viene enunciato (ipotesi, dubbio, desiderio, comando ecc.). Il m. indicativo, usato nelle proposizioni dichiar­tive, rappresenta il termine non marcato nelle opposizioni con tutti gli altri casi, che infatti tende a sostituire almeno nella lingua parlata: es. io credo che tu sappia, ma anche io credo che tu sai; oppure fai questo! (indicativo) invece che fa’ questo! (imperativo); o ancora se l’avessi saputo, sarei venuto, ma anche se lo sapevo, venivo.}modi{/tip} dei verbi!

Modi finiti e modi indefiniti
Considera le frasi:

Vorrei mangiare
Io mangio

Come potrai osservare, un’azione espressa dal verbo, può presentarsi in maniera diversa. Può sembrare un’azione sicura, un’azione incerta, un’imposizione o un comando. Il modo di un verbo serve proprio a indicare come si svolge l’azione. 

RICORDA

Il modo indica come si presenta l’azione espressa dal verbo.

In questo senso, possiamo dire che, attraverso il modo,  il verbo indica che ciò che viene espresso può essere:

>>certo;                                                        Io esco         (modo indicativo)
>>possibile, desiderabile;                                 Se uscissi?     (modo congiuntivo)
>>possibile ma in maniera condizionata;             Io uscirei       (modo condizionale)
>>un’imposizione.                                          Esci!             (modo imperativo)

La lingua italiana comprende sette modi del verbo che si possono dividere in due gruppi:

Modi Finiti
>>Ossia definiti, completi, che indicano sempre attraverso la desinenza la persona e il numero di chi compie l’azione. Sono quattro: indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo. 

Modi finiti

indicativo

congiuntivo

condizionale

imperativo

presenta un’azione come reale, concreta

presenta un’azione come possibile o dubbia

presenta un’azione possibile a certe condizioni

presenta un’azione imposta come ordine o comando

io esco, tu mangi

se uscissi, se mangiassi

uscirei, mangerei

esci!mangia!


Modi Indefiniti
>>Non hanno desinenze diverse per persona e numero e sono tre: infinito, gerundio, participio.

modi indefiniti

infinito

participio

gerundio

presenta il verbo nel suo significato d’origine

presenta il modo o la circostanza in cui si svolge un’azione

presenta il significato del verbo come una caratteristica del nome, come valore aggettivale

uscire, mangiare

uscendo, mangiando

uscente

Le azioni  che i verbi manifestano, possono essere anche collocate nel tempo e cioè nel presente, nel passato e nel futuro rispetto al momento in cui si parla o si scrive.
Il tempo, come abbiamo già osservato, è indicato dalle desinenze. I tempi fondamentali o assoluti sono presente, passato e futuro. Tuttavia, a questi tempi, se ne aggiungono altri che servono a indicare le circostanze di tempo delle azioni (passato da poco, da molto, da moltissimo) oppure le relazioni temporali tra due azioni.
I tempi dei verbi possono essere divisi in semplici e composti e ciascuno modo tra quelli che prima abbiamo elencato ha i propri tempi.

modi

tempi

 

presente

passato

futuro

infiniti

indicativo

 

 

 

 

 

 

 

congiuntivo

 

 

 

 

condizionale

 

imperativo

presente(s)

 

 

 

 

 

 

 

presente(s)

 

 

 

 

presente(s)

 

presente(s)

imperfetto(s)

passato prossimo(c)

passato (c) remoto(s)

trapassato prossimo(c)

trapassato remoto(c)

 

imperfetto(s)

passato

trapassato(c)

 

passato(c)

futuro semplice

futuro(s)

anteriore(c)

indefiniti

infinito

 

participio

 

gerundio

presente(s)

 

presente(s)

 

presente(s)

passato(c)

 

passato(s)

 

passato (c)

 

I tempi formati da una sola parola si dicono semplici , mentre i tempi costituiti da più parole si dicono composti.